venerdì 27 novembre 2020

La prima bomba - Marco Rizzo e La Tram

 

Stasera un nuovo graphic novel uscito per Feltrinelli Comics: La prima bomba, di Marco Rizzo e La Tram!

Marco Rizzo è sicuramente una delle punte di diamante del "graphic journalism" italiano. Per questa nuova opera non si è avvalso dell'apporto del suo sodale Lelio Bonaccorso ma ha optato per i disegni dell'altrettanto brava La Tram. La prima bomba richiama fin dal titolo una pagina terribile di storia italiana. Infatti il libro parla proprio di questo, dell'inizio degli anni di piombo in Italia, di come si sia arrivati al primo tremendo attentato, quello di piazza Fontana a Milano. Per raccontare questo, Marco sceglie la strada della storia a metà fra realtà e finzione. I protagonisti infatti sono inventati: l'integerrimo ispettore Naso, sua figlia ribelle Matilde, una prostituta con cui Naso ha una relazione... tutti si troveranno travolti da quegli eventi così drammatici.

E ci sono ovviamente il commissario Calabresi, l'anarchico Pinelli, Pietro Valpreda, il povero poliziotto Annarumma... tutti tasselli che trovano il loro posto in questa complicata vicenda, tutte pedine in un gioco più complesso di loro. Devo ammettere che ho sentito parlare mille volte di "strategia della tensione" ma non avevo mai capito in cosa consistesse, fino alla lettura di questo libro: il tentativo da parte dei neofascisti, con l'ausilio di pezzi deviati di stato, di terrorizzare la società, in modo da instaurare un governo autoritario. Un colpo geniale degli autori è non mostrare mai chi stia tramando contro lo stato ma "censurare" in qualche modo i loro volti, un espediente che rende questi personaggi stranianti e con un qualcosa di mostruoso. Oltre a questo espediente, il racconto visivo de La Tram è fatto di linee essenziali e pochi ma squillanti colori.

La prima bomba - Marco Rizzo e La Tram
pagine 112 - euro 16
Feltrinelli Comics

6 commenti:

  1. Temi molto cari a me, quelli di questo bellissimo fumetto..

    "strategia della tensione" ma non avevo mai capito in cosa consistesse, fino alla lettura di questo libro: il tentativo da parte dei neofascisti, con l'ausilio di pezzi deviati di stato, di terrorizzare la società, in modo da instaurare un governo autoritario.

    Diciamo che dietro la strategia della tensione c'erano gli americani, che avevano bisogno degli scontri tra neofascisti e comunisti per creare un disordine sociale che in pratica permettesse poi allo stato di imporre la propria forza e di consolidarsi..stato = democrazia cristiana, che nel contempo era pappa e ciccia con l'America (gli "ombrellai" citati da Berlinguer e da Rino Gaetano..l'ombrello dell'America sull'Italia). Degli scontri ne parlava anche De Andrè (macellai mani di seta) in "Parlando del naufragio della London Valour".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho riassunto la situazione, anche perché la bomba di piazza Fontana fu messa dall'estrema destra (non dagli anarchici come inizialmente si pensava) ma poi ci furono molti altri attori in campo... nel libro paragonano il "piano" con quello che fece Hitler con l'incendio del Reichstag, che fu una scusa per sgominare l'opposizione superstite

      Elimina
  2. Non poteva succedere, ma se per assurdo in quegli anni avesse vinto le elezioni il PCI saremmo passati direttamente dalla strategia della tensione al golpe stile Cile...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'erano pronti Gaudio di Cossiga, la P2 di Gelli, perfino il misterioso "Anello" di Andreotti..mi vengono i brividi su cosa sarebbe successo!

      Elimina
    2. Ahah sì, avevo in mente uno dei vari Commissari della Calabria

      Elimina