Visualizzazione post con etichetta intervista. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta intervista. Mostra tutti i post

venerdì 24 febbraio 2017

Le nerd-interviste: 15) Vladimir Ranisavljevic


Oggi per la serie delle nerd-interviste, aspettando le interviste "catturate" oggi a Mantova, abbiamo un'intervista che ho fatto qualche settimana fa ad un grande collezionista di fumetti Bonelli direttamente dalla "lontana" Serbia : Vladimir Ranisavljevic!

- Ciao Vladimir e grazie per questa intervista! Com'è iniziata la tua passione per i fumetti Bonelli? 

Mio fratello maggiore collezionava fumetti e mi sono aggregato. Ho iniziato a leggere fumetti prima di imparare a leggere.
Da allora, fanno parte della mia vita. I fumetti italiani hanno un'anima, proprio come nei film La vita è bella o Tre uomini e una gamba: arte pura.

- Che Bonelli leggi attualmente? E l'albo che stai leggendo ora?

Non tutti ovviamente. Compro i nuovi numeri di Tex, Zagor, Dylan Dog, Mister No, Napoleone, Julia e Martin Mystere.
Ora sto leggendo Julia - Oggetto d'amore. Sono un grande fan di Giancarlo Berardi, tutte le sue storie sono capolavori.

- Qual'è il tuo personaggio preferito e la tua storia preferita?

Amo tutti i personaggi Bonelli. Se devo scegliere un preferito, questo deve essere Tex Willer.
La mia storia preferita è Zagor - Il demone della follia - di Tiziano Sclavi.


- E' facile trovare Bonelli in Serbia? Ci sono molti fans dei fumetti Bonelli come te?

E' molto facile. Il nostro principale (e migliore) editore è Veseli Cetvrtak. Sono eccellenti nel loro lavoro. Ogni martedi' del mese abbiamo una nuova uscita Bonelli. Ovviamente ci sono anche altri editori, comunque buoni.
Ci sono fans, ma non abbastanza.

- Perchè lo chiamate Dilan Dog e non Dylan Dog? :D

:-) Lo chiamamo Dylan Dog, come tutti gli altri. Solo lo spelling è differente.

 

- Ma sulla copertina ho letto Dilan e non Dylan, lo so non è importante, è solo curiosità :D


 Si, amico mio, lo so ! :-):-) E' molto interessante. Noi lo pronunciamo Dylan. Nella copertina abbiamo il logo originale Dylan Dog, ma negli ultimi 2 numeri è stato cambiato.

- Qual'è stato il primo fumetto che hai letto (non solo Bonelli)?

Il primo fumetto che ho letto è stato Tex Willer - Riserva Indiana.
Non ricordo altri fumetti (non Bonelli). Forse è stato Alan Ford.
Ad essere onesti, non sono mai stato interessato a fumetti non italiani. Ne ho molto pochi nella mia collezione.


Grazie ancora a Vladimir per l'intervista! 

Se avete gradito questa e le altre nerd-interviste, vi chiedo se vi va di seguire questo blog cliccando il pulsante in alto a destra, grazie !

venerdì 17 febbraio 2017

Le nerd-interviste: 14) Mirko Martorello, l'uomo dietro ai Mirko's Scribbles


Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un altro amico fumettista , creatore delle vignette di grande successo Mirko's Scribbles: Mirko Martorello!

Ciao Mirko e grazie per questa intervista, come nasce la tua attività di vignettista? 

Era da qualche anno che pensavo di pubblicare un webcomics, mosso dall'instancabile voglia di diventare un fumettista da tutta una vita.
Non volevo un webcomics sul genere comico, volevo qualcosa di horror con mostri, dinosauri o roba del genere ma non sapevo che tecnica usare, quale programma utilizzare...
Nell’estate 2015 ebbi la spinta di cui avevo bisogno. Colei che poi che sarebbe diventata la mia ragazza mi spinse ad acquistare una tavoletta grafica “seria” ed inseguire il mio sogno di bambino. Mi sono detto: “questa volta la compro buona”, ho rotto il salvadanaio e sono andato a comprare una Wacom (non è vero, ho preso la carta di credito e l'ho presa su Amazon che stava in offerta).
 “Ma perché non cominci a pubblicare qualche vignetta?” mi disse lei. Mi sembrò una buona idea. Pensai che invece di stare lì a scervellarmi e rimuginare avrei dovuto darmi da fare, pubblicare qualcosa (anche se brutto), convincendomi che poi lo stile lo avrei perfezionato man mano.
Visto il poco tempo libero che ho a disposizione ho creato degli omini semplici e veloci da disegnare anche se si distaccano molto dalla mia idea iniziale. Gli scribbli, prima di diventare tali, nella mia testa avevano il tratto tremolante e inquietante alla Tim Burton; alla fine sono diventati degli omini pelati con gli occhi alla simpson, in toni di grigio.
Fin dall’inizio optai per un “non colore”. Poi un giorno scaricai per caso i copyc per Clip Studio Paint trovando la scala dei grigi e mi dissi: “proviamo a farli tutti i grigi, nessuno li colora così, sarei l'unico e quindi la gente mi riconoscerà subito quando vedrà una mia vignetta”.
Data la visibilità che danno i social creai subito una pagina Facebook, un profilo Instagram (che è quello che mi da più soddisfazioni, visto i 9300 followers), Tumblr, Twitter (pochissime soddisfazioni, 18 followers) e mi misi anche sul sito di Shockdom (che non si sa mai).
Diciamo che senza la mia ragazza non ci sarebbe Mirko's Scribbles, forse ci sarebbe Mirko che disegna dinosauri brutti :D
E forse senza Mirko's Scribbles non ci sarebbe la mia ragazza? Ah no lei è nata prima dei miei scribbli, lei ci sarebbe lo stesso.

- Che strumenti usi per realizzare le tue vignette? 

Come tavoletta grafica uso una una Wacom Intuos Pro. Prima della Intuos ho avuto una Trust da 39 euro. Mi ci ero trovato malissimo e non l'ho mai usata, però la spolveravo spesso...
Come programma uso Clip Studio Paint. Lo preferisco a Photoshop perchè ti permette di creare velocemente i layout delle tavole e i balloons e pesa la metà.


- Come nasce l’idea di una storia lunga su Napoleone (se vuoi anche ricordare dove si può trovare)?

Monsieur Napoleon nasce per la 24 ore comics organizzata dai fumettisti di Shockdom a Settembre 2016.
È una sfida in cui bisogna realizzare un fumetto di 24 pagine in 24 ore e poi la si pubblica sulla loro pagina Facebook.
Mi ero iscritto qualche giorno prima ma non avevo idea di che storia realizzare e ne parlavo con i colleghi in ufficio.
Un giorno il mio collega Raul mi fa: “perchè non realizzi un fumetto su un personaggio storico? Tipo Napoleone?”
Sono andato a studiarmi la storia di Napoleone su internet e si prestava molto ad essere trasformato in un personaggio comico (molte frasi che dice nel fumetto sono vere, non le ho inventate XD)
Così il giorno della 24ore ho scritto la storia, l'ho disegnata e l'ho pubblicata online.

E' possibile trovarla su Amazon sia in formato Kindle
https://www.amazon.it/dp/B01LXN8I44

sia in formato cartaceo
https://www.amazon.it/dp/152035083X


- Progetti futuri? 

Per il futuro vorrei realizzare storie più lunghe, le vignette cominciano a starmi un po' strette. Devo solo trovare il tempo. Per ora ho iniziato a scriverne un paio ma la sera dopo il lavoro non ho molta ispirazione.

- Parliamo anche del tuo background, autori preferiti e di riferimento? Fumetto preferito?

Ammiro molto Mike Mignola (Hellboy), McFarlane (Spawn), Kevin Eastman e Peter Laird.
Mignola è un genio, mi piacciono i suoi disegni minimal ma di forte impatto, e poi le storie brevi di Hellboy sono spettacolari e geniali.
McFarlane è un'altro genio, il suo spider-man negli anni 90 vendeva 3 milioni di copie (numeri impensabili oggi). Poi si è stufato e ha fondato la Image Comics, una nuova casa editrice indipendente. Se non conoscete la sua storia vi consiglio di andarvela a leggere, è molto interessante. Vi dico solo che The Walking Dead è della Image :)
Kevin Eastman e Peter Laird invece sono i creatori delle Tartarughe Ninja. Il loro fumetto doveva essere uno spin-off di Daredevil. Hanno proposto la storia alla Marvel e la Marvel gli ha risposto con una pernacchia. Allora si son fatti prestare i soldi per autopubblicarselo e hanno fatto il botto. Geni.
Penso che ad oggi la mia storia preferita in assoluto sia “Batman - Il lungo Halloween” (ma potrei cambiare idea da un momento all'altro, dipende da come mi gira XD)

- La domanda che faccio spesso, il primo fumetto che hai letto?

Ovviamente Topolino. Era l'estate del 94, c'erano i mondiali in America e su quel numero c'era una storia di Amelia che voleva rubare la coppa del mondo.

Grazie ancora per l'intervista e per la mia nuova foto profilo su Instagram :), ed ecco per voi lettori del blog una vignetta ancora inedita di Mirko!


Se avete gradito questa e le altre nerd-interviste, vi chiedo se vi va di seguire questo blog cliccando il pulsante in alto a destra, grazie !

venerdì 10 febbraio 2017

Le nerd interviste: 13) Dipintendo & Shinidami



Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo una coppia di amici nerd, creatori del canale Youtube "La soffitta di Pippo" dedicato alle recensioni di fumetti rari e dimenticati: Dipintendo & Shinidami!

Ciao e grazie per l'intervista! 
Come vi è venuto in mente di aprire un canale youtube sui fumetti "dimenticati"?

Dipintendo: quella dei fumetti è una passione che ho fin da quando ero bambino e sono molto legato ai fumetti che mi hanno tenuto compagnia in tutti questi anni. Da molto tempo avevo la voglia di condividere questa passione ma un po’ mi bloccava la timidezza che ho superato insieme a mia moglie. Il canale si propone di essere una guida per coloro che amano andare per mercatini (e chi acquista online) e che preferiscono leggere le storie indipendentemente dalla confezione editoriale, perché spesso nel mare dei fumetti pubblicati si trovano delle vere e proprie perle senza tempo.

Shinidami: In casa abbiamo tanti fumetti che costituiscono il nostro maggiore argomento di conversazione da anni e anni (non così tanti…!) e seguendo su youtube tanti canali sull’argomento (che quasi sempre parlano di fumetti attuali) abbiamo pensato, così, di condividere la nostra libreria con gli altri.


- Il vostro fumetto e autore preferito? 

Dipintendo: non è una domanda semplice… sono davvero tanti i miei fumetti e autori preferiti. Sono un lettore onnivoro: mi piace il fumetto italiano, le historietas, i manga, i comics e le BD...se dovessi citare degli autori a me cari sicuramente Robin Wood e Tiziano Sclavi sarebbero tra questi. Se dovessi citare i miei fumetti preferiti capolavori come Ken Parker o Maus sarebbero ai primi posti.

Shinidami: Neil Gaiman e il suo Sandman sicuramente.

- Invece, il fumetto peggiore che tu abbia mai letto :)?

Dipintendo: non esistono fumetti totalmente brutti. Anche quelli che ogni tanto prendiamo in giro sul nostro canale hanno comunque il pregio di strapparci una risata con la loro ingenuità. Quando si fanno fumetti con lo spirito giusto va’ sempre bene.

Shinidami: ultimamente ...tanti :)


- Il primo fumetto che avete letto?

Dipintendo: non ricordo quale è stato il mio primo fumetto. Ma quando ero piccolo mia madre mi comprava Braccio di ferro, Geppo, Trottolino e Topolino. Quando ho deciso che ero abbastanza grande il mio primo fumetto “adulto” fu Diabolik.

Shinidami: Topolino mi ha insegnato a leggere e poi tanti bei ricordi con Il Corriere dei piccoli.


- Dipintendo, parlami della tua attivita' di illustratore, come hai iniziato ? In cosa consiste il tuo lavoro?

Ho iniziato a disegnare da piccolo finché non ho frequentato l’istituto d’arte e l’Accademia di Belle Arti dove mi sono diplomato in pittura.
Sono un mail-artist e coltivo la passione per il libro d’artista di cui sono anche un collezionista.
Sono dell’idea che un artista non possa fare a meno della sperimentazione perché la ricerca e la comunicazione sono alla base di tutta l’arte e un artista non deve rimarcare ciò che è ma cercare sempre nuovi stimoli, nuovi segni, nuove chiavi di lettura.
A questo proposito mi viene in mente una frase di Charles Baudelaire che dice:“Io trovo inutile e fastidioso rappresentare ciò che è, perché niente di ciò che è mi soddisfa. La natura è laida, e io alla trivialità positiva preferisco i mostri della mia fantasia.’ 

Grazie ancora per l'intervista, e ricordo i vostri contatti:



E vi saluto pubblicando un vostro video!



venerdì 3 febbraio 2017

Le nerd-interviste: 12) MarsInConverse


Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un altro amico nerd: MarsInConverse!
Qualche settimana fa mi fece i complimenti per queste interviste e quindi per penitenza se ne becca una tutta sua :) 

Ciao, ecco le domandine, spazierò un pò dappertutto visto che sei un nerd a tutto tondo come me :D

Ciao Fabrizio! Grazie ancora per il tempo che mi hai dedicato!

- MarsInConverse, da dove deriva questo nickname?

MarsInConverse (che è il mio nickname in tutti i social) è l’associazione di due concetti. Il dio della mitologia greca Marte (in latino Mars) è colui che rappresenta la guerra ma anche la forza. Per alcune esperienze personali posso ritenermi una persona forte, ecco perché ho voluto fare riferimento a lui. Per quanto riguarda il secondo concetto, beh.. indosso le Converse molto spesso a tal punto che credo siano diventate un’appendice del mio corpo quindi l’ideale perfetto è l’immaginazione del dio Marte con indosso le Converse, ecco spiegato il tutto! 

- Parliamo di videogiochi, tuo gioco preferito del momento? Il primo videogioco a cui hai giocato di cui hai memoria?

Ho la fortuna di poter dire che I videogiochi, oltre a far parte del mio hobby, fanno parte anche del mio lavoro. Al momento sono molto preso da The Witcher 3: Wild Hunt per PS4. Mi piace molto lo sviluppo del gioco e della storia di per sé e non scherzo nel dirti che un giorno credo di averci passato all’incirca una decina di ore consecutive a giocarci da quanto mi ero appassionato alla vicenda e alle avventure di Geralt. Tra PS4 e Xbox360 che ho in salotto, cerco di spaziare tra le due console come titoli ma, generalmente, sono un grandissimo amante dei picchiaduro come i vari Tekken, Mortal Kombat, Street Fighter ma non disdegno mai un buon gioco di avventura o azione. Il primo videogioco? Sicuramente Super Mario 64 per Nintendo64. Quel gioco è tutta la mia infanzia!!!

- Passiamo alle serie tv, serie tv che segui al momento? 

Le serie tv sono un altro bel discorso, caro Fabrizio. Attualmente sono molto preso da How to get Away With Murder (in italiano “Le Regole del Delitto Perfetto”). La terza stagione mi ha mandato fuori di testa, nel senso positivo ovviamente. In secondo posto metterei Shameless, 7 stagioni di totale follia a cui non saprei rinunciare. A differenza del tema citato prima, non ho un genere preferito riguardo le serie tv. Seguo un po’ di tutto, mi attengo molto ai suggerimenti affidatimi da Netflix. Le ultime serie che ho visto sono Teen Wolf, BlackMirror, Stranger Things, The 100, Outcast, Younger e Minority Report. Mi sono ripromesso di iniziare The O.A. e spero di mantenere la promessa!

- Ho letto che sei appassionato di Manga e cultura orientale in generale, da dove nasce questa passione? 

La cultura orientale mi ha sempre suscitato interesse credo fin da quando ero piccolo. Ovviamente gli anime hanno avuto la loro dose di importanza, avvicinandomi ulteriormente a questo mondo. Che si tratti di arredamento, usi e costumi o cultura generale, cerco sempre di tenermi aggiornato su questo campo. Amo moltissimo i film con queste tematiche (cito “La tigre ed il dragone”, “La città proibita” e “La foresta dei pugnali volanti”).
Ammetto che seguire il Feng Shui non è così facile, ma è bello pensare che in una stanza ordinata possano circolare liberamente energie positive, cosa che non succederebbe in una disordinata. Uno dei miei sogni sarebbe quello di visitare quei luoghi tipici da cui poter apprendere una lista di insegnamenti. Oh - ti ho menzionato il fatto che passo una quotidiana oretta al giorno in completo silenzio, occhi chiusi o al buio ascoltando suoni orientali? Lo trovo maledettamente rilassante. Da aggiungere alla lista del perché la gente mi reputa strano, hehe.

- A proposito, Manga che leggi al momento? 

Devo esser sincero, sono un po’ indietro con le ultime uscite. Sto per ultimare la serie dei Cavalieri dello Zodiaco The Lost Canvas - Il mito di Ade, un manga fatto bene nonostante io prediliga quello originale della serie. Mi piacerebbe anche continuare Inuyasha, anime che seguivo appassionatamente nei miei anni da adolescente ma non riesco a trovarlo in nessuna fiera del fumetto. Comprarlo su Internet? Beh chiaro, sarebbe la scelta più ovvia ma preferisco cercarli fino a quando poi non arriva la resa e lì subentrano i vari Amazon ed Ebay.
Mentre per quanto riguarda gli anime, ho cominciato da poco One Punch Man che trovo molto divertente, soprattutto il menefreghismo totale del protagonista di rispecchiare le caratteristiche basiche dell’esser un super eroe. Ora, so che andrò contro l’opinione di tanti ma non posso non nominarti il mio preferito di tutti: Digimon. Saltiamo tranquillamente la parte “I Pokemon sono nati prima, i Digimon li hanno copiati” perché è ciò che mi sento dire spessissimo. Ci sono cose che si sono copiati entrambi, senza dubbio ma io seguo il mio gusto personale. Inutile dirti che passeranno gli anni ma continuerò sempre a piangere guardando l’ultima puntata della prima stagione in cui i Digiprescelti devono dire addio ai loro Digimon. Uff, non crescerò mai..

- Il primo fumetto che hai letto in assoluto?

Il primo manga è stato senza dubbio la prima edizione di Dragon Ball Z, costava esattamente 5000£. Purtroppo da piccolo non avevo cura delle cose e quindi i primi manga presi non sono presi benissimo ma valgono come ricordo personale e non riuscirei a separarmene. Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che Dragon Ball abbia segnato moltissimi ragazzi, grazie anche all’elevata notorietà che ha ottenuto. Crescendo ed espandendo le mie conoscenze del campo anime, ho dovuto rivalutarlo dato che ci sono moltissimi errori sia nel manga che nell’anime ma è innegabile che la generazione ’80/‘90 porterà questo buon ricordo di Dragon Ball fino alla fine.

Grazie ancora per l'intervista e ricordo anche i tuoi contatti: 

Twitter: @MarsInConverse
Instagram: @MarsInConverse




Se avete gradito questa e le altre nerd-interviste, vi chiedo se vi va di seguire questo blog cliccando il pulsante in alto a destra , grazie!

venerdì 27 gennaio 2017

Le nerd-interviste : 11) Marco Meloni

Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un giovane amico nerd a tutto tondo : Marco Meloni !


Ciao Marco e grazie per questa piccola intervista , passiamo subito alle domande :


Il tuo fumetto preferito ?

Ciao Fabrizio.

Il mio fumetto preferito è senza dubbio "Orfani" della Bonelli, realizzato da Emiliano Mammuccari e Roberto Recchioni. 
Tutto è perfetto: 
- dalla storia alle illustrazioni.
- dalle copertine alle prefazioni di Recchioni.
- dai personaggi ai loro caratteri.
Insomma, la sorpresa con "Orfani" è sempre dietro l'angolo.
Lo consiglio vivamente a tutti.

Il tuo autore di fumetti preferito ?

Di autori (Italiani) preferiti in realtà ne ho quattro: Roberto Recchioni, Tiziano Sclavi, Simone Albrigi (in arte, Sio) e Tito Faraci, 
Di autori (Stranieri) ne ho tre: Shintaro Kago, Hajime Isayama e l'intramontabile Stan Lee.

Il primo fumetto che hai letto ? 
Beh, come tutti noi "Nerd", sicuramente, uno dei primi è stato Topolino.

A parte i fumetti , quali sono gli altri tuoi interessi "nerd" ?

Semplicissimo. 
Film Giapponesi (in particolare quelli del Maestro Hayao Miyazaki), poi, se può rientrare nella categoria "Nerd", amo la musica Rock (in particolare quella dei Pink Floyd), amo collezionare molti action figures giapponesi e non, infine adoro giocare ai vecchi titoli Nintendo/PSX.

Parliamo anche di retrogaming , ho visto che per Natale hai ricevuto il Nintendo Classic Mini , le tue impressioni ?

Le mie impressioni sul "nuovo" Nintendo Classic Mini ?
Che dire, il piccolo "replay" della Nintendo, ha colpito nel segno.
Proprio come il vecchio NES, il nuovo Classic Mini, dal design vintage e compatto, garantisce al giocatore un'esperienza unica di gioco. 
Sembra di essere tornarti nel passato:
Che bello rigiocare ai vecchi titoli Nintendo come il buon vecchio "Super Mario", l'intramontabile PAC-MAN, e l'insuperabile Donkey Kong.
Una delle tante sorprese del Classic Mini, è stato il prezzo che è veramente basso.  
Con 30 giochi (Nintendo) preinstallati, il divertimento è assicurato !

Ciao Marco e grazie ancora per l'intervista !


Se avete gradito questa e le altre nerd-interviste , vi chiedo se vi va di seguire questo blog cliccando il pulsante in alto a destra , grazie !

venerdì 20 gennaio 2017

Le nerd-interviste : 10) Fulke Overton / Scai1971

  
Oggi per la decima nerd-intervista abbiamo un amico retrocomputerista : Fulke Overton aka Scai1971 !
Ciao e grazie per l'intervista , prima domanda : Scai1971 o Fulke Overton , da dove derivano questi pseudonimi?

Lo pseudonimo è qualcosa del quale difficilmente potrei rinunciare. La relativa recente introduzione di informazioni personali tangibili in rete è un aspetto che mi ha fortemente insospettito da subito, non solo perchè perdere l'anonimato un pò giocoso nascosto dietro nomi di fantasia mi rimanda ad un epoca di internet probabilmente meno aggressiva e più sicura nella sua parte ricreazionale, ma esporsi con nomi e cognomi, informazioni personali, eventi, luoghi, riportano a fatti di triste attualità, o comunque non sempre dal positivo riscontro. Su internet non amo particolarmente mettere in mostra la mia figura, desidererei che il poco che realizzo, tendenzialmente solo su Instagram per adesso, venga condiviso da un piccola comunità di veri appassionati, portare un contributo ad un settore che mi ha fortemente ispirato e per il quale vorrei, in un qualche modo, restituirne il favore. Questo principio di senilità si traduce anche in una certa diffidenza e pudicizia in fatto di "popolarità", probabilmente meno abbacinante rispetto a soggetti molto più giovani di chi vi scrive in questo momento.
Scai1971 deriva principalmente da 'Scai', che altrò non è che la traslitterazione di 'sky', abbreviazione di "Skywalker", "Luke Skywalker" [in questo non sono contemplati tessuti sintetici per capi in abbigliamento economici, per chi se lo fosse chiesto]. Da qui si evince chiaramente quale sia il mio nome di battesimo e in che contesto ed epoca sia nato questo soprannome. Se poi aggiungiamo anche il numero a fianco, che corrisponde al mio anno di nascita, tendenzialmente pensato per rendere il mio nickname univoco, tutto quanto assume un aspetto più coerente e comprensibile. Invece Fulke Overton non è riconducibile ad aspetti più personali propriamente detti. Come spesso accade[va], in fase di accesso a servizi informatici veicolati dalla rete, avevo una pragmatica necessità di completare l'aspetto identitario di un account per la regola di cui sopra. In quel frangente, mi è sovvenuto alla mente una trasmissione radiofonica con Elio e le Storie Tese, dove si divertivano nel riproporre nella loro scanzonata chiave di lettura, quei fumentti erotici un pò sconci tanto popolari negli anni settanta, quelli con in copertina il bollino con lo squaletto, per intenderci. Non ricordo esattamente che personaggio fu Fulke Overton in tutto questo, si potrebbe immaginare senza troppi sforzi, ma nel momento ero favorevole. Un pizzico di trasgressione volutamente nascosta non mi dispiaceva e nemmeno le ricerche eseguite da me in internet restituivano risultati troppo inflazionati legati al personaggio, ne al nome, anzi, proprio nessuno. Magnifico per il mio intento.

- Come ti è ritornata la passione per il retrocomputing / retrogaming (se mai se ne fosse andata..) ?
 

Esatto, la tua puntualizzazione finale non solo è appropriata, ma in realtà è la chiave di tutto. Possiamo dire che la mia passione per il retrogaming ed il retrocomputing abbia visto una fase di crescita e maturità in questi ultimi anni, rispetto ad un solo un collezionismo nella sua accezione più comune nella fase più embrionale. Parliamo dei primi anni novanta. Ad ogni cesura temporal-tecnologica caratterizzata dall'entrare in possesso del più recente apparecchio che ne sintetizzasse i contenuti più recenti ed evoluti dell'epoca, è quasi sempre seguito il rimessaggio della precedente macchina principale nelle proprie confezioni e posizionata in bella mostra su uno scaffale della camera di un tardo adolescente. In pochi casi ho ceduto le macchine precedentemente possedute, successivamente mi sono puntualmente pentito di queste scelte, ricomprando poi tardivamente, a volte molto, quelle stesse macchine, ma ovviamente non ritrovando più la mia stessa cura delle stesse da parte di altri. Mannaggia a me.
Possiamo affermare che il diffuso fenomeno, relativamente recente, che si è autodeterminato nei termini 'retrogaming' o 'retrocomputing' sarebbe arrivato molto a posteriori. La mia storia di macchine "abbandonate" per l'ultimo pezzo forte in fatto di informatica di massa, ha determinato un collezionismo sentimentale che negli anni ha potuto vantare un certo numero di esemplari. Il desiderio speculativo è approdato successivamente. Conoscere ed apprendere le peculiarità delle macchine concorrenti a quelle che possedevo e che, per forza di cose, non potevano essere acquistate secondo la regola di mio padre secodo il quale un computer in famiglia bastava e avanzava, solo in epoca ormai adulta ho potuto soddisfare. Al giorno d'oggi non è infrequente trovarsi in un salotto dove svettano il bella vista sia Playstation 4 che Xbox One. Qualche decina di anni fa, non era così e non era neppure pensabile. Un Atari 2600 accanto alla TV, con qualche cartuccia sparsa, ed eri già bollato come un qualcuno dedito al lusso più inutile e modaiolo. Quante idiozie da sopportare. Seriamente.

- Il computer vintage preferito? La console vintage preferita ? Il videogioco "classico" preferito ?


Questa domanda mi mette un pò in difficoltà, poichè, come affermavi qualchelinea più in alto, l'atto del preferire era determinato da precisi rapporti di forza. Tendenzialmente economici e culturali.
Per cui nella mia ottica attuale ogni macchina che colleziono, ha peculiarità non direttamente eleggibili ad uno status di "preferito" in quanto sono tutte protagoniste di quell'epoca magica nella quale si evidenziava all'orizzonte un cambio generazionale. Se dovessi, ma per motivazione squisitamente sentimentali, direi l'Atari 2600, che mio padre mi regalò forse nell'82, e che probabilmente non aveva ben presente che quell'apparecchio che andava ad acquistare prevedeva altri ammennicoli disponibili a pagamento che sarebbero stati necessari per non rendere l'acquisto meno longevo in fatto di soddifsazione. All'epoca, il prezzo medio di una cartuccia di gioco, si attestava attorno alle 70 mila Lire, se non di più. Tutto fuorchè qualcosa di troppo accessibile, specie per un ragazzino.
Per quanto riguarda il videogioco preferito, anche qui le difficoltà sorgono ingombranti. Potrei dire Pitfall II, poichè ha rappresentato l'archetipo del gioco di azione e avventura che ho follemente amato, ma che amo ancora oggi. Altresì, ritengo che H.E.R.O. [Activision] abbia portato un concept, un livello di giocabilità e una progressione nella difficoltà, difficilmente riscontrabile nella softeca dell'Atari 2600. Yar's Revenge per un'azione incalzante ed una curva di difficoltà con gli attributi, ma potrei citarne molti altri... come Nebulus sullo Spectrum, Defender of the Crown su Amiga, Marble Madness sempre su Amiga. Fabrizio, è impossibile sceglierne uno senza fare torti ad altri fantastici capolavori. Ma chi dice che dobbiamo scegliere quando possiamo non scegliere e avere... tutto* ? :)

* Usando i vari DivIDE, DivMMC, SD2IEC, Gotek Drive, 1541 Ultimate II, Krikkz Everdrive...

 

- Qual'è stato invece il tuo primo computer ?
Pausa. Respiro. Pausa. Ancora un respiro. Ancora una pausa. Il mio primo home computer è stato... imbarazzo generale... Il Commodore 16.
Merda, ancora parlare di questa macchina mi mette in difficoltà. Sempre dettato da fattori economici, la questione del : perchè acquistare un computer da 400 mila lire [il Commodore 64], quando per 200 mila lire puoi avere "la stessa cosa" ? Ma si sa, i giovani guardano il qui ed ora, e con l'amaro nel cuore, gioco forza, accettai. Ed all'epoca mi piacque pure, il C16. Macchina modesta, ma dal grande appeal estetico e con un grande punto a suo favore. Il suo BASIC 3.5. Decisamente oltre il vetusto BASIC V2 implementato nell'accoppiata danarosa e vincente VIC20 e C64. Quando c'era da programmare qualcosa, il C16 era veramente gratificante. Altrochè sfilze di POKE e PEEK solo per udire un suono o per visualizzare qualche pixel sullo schermo. Qui i comandi erano chiari e gestibili e conseguentemente anche il frutto della propria produzione. Infatti era particolarmente piacevole programmare la domenica mattina, al ritorno dall'edicola dove, per 1000 lire, si tornava a casa con 'lultimo numero di Paper Soft in mano, e praticamente il programma della domenica coincideva con il programma [BASIC] che riproducevi su video dal formato cartaceo che era.
Concluso questo aspetto divulgativo della materia di un certo rilievo, dall'altro lato, tristemente, i giochi per Commodore 16 erano quanto di più frustrante ci potesse essere sul mercato a quei tempi, a maggior ragione se comparati a quelli degli amichetti o compagni di scuola, chiaramente possessori sempre di macchine più performanti, Commodore 64 o Sinclair ZX Spectrum in primis. Una decisione si impose. Drammaticamente.
Se mi fosse concessa una domanda di riserva, ecco che questa potrebbe essere: "qual'è stato il tuo secondo computer ?".


 - Allora, qual'è stato il tuo secondo computer ? :)
 

A questa domanda rispondo più volentieri, grazie per avermelo chiesto ;)
Se i miei natali informatici, post Atari 2600, non furono esattamente brillantissimi, dopo qualche tempo, riuscì a mettere da parte qualche soldo per acquistare un Sinclair ZX Spectrum 48K + [si, il PLUS] usato, e li la musica cambiò totalmente e finalmente mi ritrovai in quel filone mainstream che tanto agognavo, con tutte le sue meraviglie in fatto di continue novità in un fermento quotidiano. Le riviste specializzate parlavano del tuo computer, gli sviluppatori realizzavano giochi per il tuo computer che erano quelli che avresti sempre voluto avere. In altre parole, il centro del mondo nella propria cameretta. Il massimo per un giovane nerd ante litteram. Con lo Spectrum, mi divertii veramemente, non solo per i giochi. Era una macchina su cui vi era un massivo investimento di sviluppatori a livello mondiale che il C16 non aveva nemmeno di lontano anni luce, già relegato a giocattolo elettronico per giovanissimi senza aspettative. Lo Spectrum mi accompagnò, così, verso il pieno dell'adolescenza e verso un destino avaro di giornate di sole interiore, fino a passare il testimone a quello che sarebbe diventato il mio nuovo destriero binario per alcuni anni a seguire: l'Amiga 500.

- Ho letto anche che sei appassionato di vinile , è un'altra passione che ti è sempre rimasta , o hai riscoperto di recente ?
 

Anche questo aspetto, come sopra, è determinato dell'epoca in cui si è concretizzato. Negli anni 80, sostanzialmente si disponeva di pochi veicoli per ascoltare musica. Radio, TV, ma in modo più personale musicassette e dischi. Per i più fortunati e facoltosi, ma ancora poco diffuso, il compact disc. Verso la fine degli anni 80, avendo trovato un lavoro senza futuro e senza soddisfazioni, ma con due soldi in tasca, riuscii a comprarmi un amplificatore Technics usato con relativi diffusori audio, con i quali progettai di elevare le performances del mio Amiga 500 ad ambizioni sonore più gratificanti. Da questo set-up iniziale, ben presto puntai ad una configurazione più estesa di stampo classico, acquistando nuovo un giradischi Technics SL-BD22. Iniziai subito a collezionare dischi. Poniamo attenzione ai termini. Dischi. Non dischi in vinile, anche se quelli erano. Il punto è che, all'epoca, non c'era la necessità di puntualizzare di quali dischi si trattasse, poichè c'erano solo quelli. I dischi. A me piace ricordarli così. Dischi e basta.
Collezionai dischi di quasi qualsiasi genere. Al ritmo di almeno uno a settimana, così fino a credo tutto il 1993, anno in cui acquistai un lettore CD Technics che conquistò la piazza in fatto di preferenza nella riproduzione musicale, abbandonando di fatto quasi integralmente il giradisch, relegato alla riproduzione di dischi mix e maxi singles.
Con un balzo narrativo di oltre vent'anni, siamo nel 2014. In piena epoca con una certa adorazione per il vintage, in soldoni quello che avevo riposto in cantina con la stessa cura con cui avevano stoccato l'arca dell'alleanza ne "I Predatori dell'Arca Perduta", nel finale del film. La voglia di rivedere quei giradischi, i meccanismi... ma anche di più. Molto di più. Decisi che ormai sono ero già adulto abbastanza per concedermi un vero impianto HI-FI anche se entry level. Così, ecco magicamente arrivare un amplificatore Yamaha con diffusori Magnat... e lo stesso giradischi Technics SL-BD22 di un tempo. Rinnovato di cinghia, poichè la gomma difficilmente regge la tirannia del tempo quando questo conta qualche decina di anni. Ma aimè, la combinazione non dava i risultati sperati. Il suono provenire dal giradischi anch'esso era il linea con le aspettative di un ascoltatore medio di trent'anni prima. Ma qual'era realmente il problema ? La testina, vecchia, usurata e con una risposta in frequenza di un massimo di 18Khz. Dopo averne acquistata una di recente produzione, una economicissima di Audio Technica, le cose migliorarono molto, ma non abbastanza per raggiungere quel livello di eccellenza che cercavo.
Qualche tempo più tardi, dopo varie ricerche, mi imbattei in questo, vedendomelo in tutta la sua magnificenza dietro il vetro di in un negozio di altissima fedeltà. Entrai con le spalle rasenti al muro.



Quando una cosa ti fa battere il cuore, non sbagli. Almeno questo è quello che avrà pensato il venditore. Così, lasciando a costui un cospicua bisaccia piena di dobloni, diventai il felicissimo possessore di un giradischi REGA RP1 Performance Pack. Rigorosamente MADE IN ENGLAND, precisamente a South End on Sea, già location del videoclip della canzone "Everyday Is Like Sunday" di Morrissey. Potete dire quello che volete ed obiettare la mia scelta, ma a me piace. Mi basta questo.
Nel frattempo, anche il mercato della musica è cambiato ed anche le metodologie di scelta e di vendita. Ormai da diversi anni, i vecchi negozi di dischi, anche quelli più storici, hanno fortemente accusato il colpo della impalpabilità della musica digitale e del commercio della stessa. Per il nostalgico, questo rappresenta un giro di boa che sulle labbra lascia un silenzio che ha tutto il sapore della rassegnazione, ma quando la spinta propulsiva di una cultura finisce, quando chi ti ha intrattenuto ed insegnato viene tristemente richiamato alla propria biologica natura, quando ciò che sembrava trainare la storia dell'umanità non può più mantenere la promessa, quando il futuro ti tradisce amico mio, tu dagli le spalle e procedi dritto verso un'altra dimensione metafisica, dove l'avanti e l'indietro non significano più nulla e ciò che desideri è solo rimanere per sempre in un momento del tempo immaginato e granitico, come il tuo desiderio di rinascere, rivivere e morire, proprio li.


Grazie ancora per la chiaccherata !



venerdì 13 gennaio 2017

Le nerd-interviste: 9) Paolo Gallina

Riprendiamo col nuovo anno la serie delle nerd-interviste, ricominciamo con un altro amico fumettista, che ho avuto la fortuna di conoscere al Temporary Book Store a Mestre di fine anno : Paolo Gallina! La sua ultima opera è la biografia a fumetti, realizzata con Antonio Solinas, del rapper Tupac Shakur. 
Ciao Paolo e grazie ancora per questa piccola intervista!

Ciao, grazie a te Fabrizio!

- Com’è iniziata la tua attività di disegnatore di fumetti?

 
Ho letto fumetti fin da piccolo e il disegno è sempre stato il mio principale interesse. Nel 2013 ho vinto il concorso per nuovi autori del Treviso Comic Book Festival, da li ho iniziato a collaborare con alcuni editori su storie brevi. Con alcuni amici abbiamo anche creato un collettivo, Super Squalo Terrore, col quale autoproduciamo dei fumetti.
Nel 2015 ho partecipato all’antologia La traiettoria delle Lucciole di Beccogiallo Editore e sempre con loro ho disegnato la mia prima graphic novel, “Tupac Shakur solo Dio può giudicarmi”, su testi di Antonio Solinas.

- I tuoi autori di riferimento e/o preferiti?

  Amo molti autori, di sicuro uno dei primi ad avermi appassionato è stato Giorgio Cavazzano sulle pagine di Topolino. Mi sono poi interessato a un tipo di fumetto più realistico ma sempre con una predilizione ad autori dal tratto molto personale o grottesco. Per farti alcuni nomi Hugo Pratt, Ferdinando Tacconi, Josè Munoz, Nicola Mari, Ivo Milazzo, Sergio Zaniboni, Alex Toth, Frank Miller, Mike Mignola, Jack Kirby.

- Come è nata l’idea di una biografia su Tupac Shakur?

  Tupac è stato uno dei primi musicisti che ho ascoltato, ed è un personaggio che ha vissuto una vita breve ma molto intensa e a mio parere interessante da raccontare. Questa idea mi ha portato a conoscere Antonio Solinas, sceneggiatore e curatore molto appassionato di hip hop, con il quale abbiamo iniziato a dare forma alla nostra visione di Tupac.

- Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

  Ho diverse idee, l’uscita più imminente sarà però il secondo numero dell’antologia Il Condominio assieme ai miei amici di Super Squalo Terrore.

 - So che sei tra gli organizzatori anche del Treviso Comic Book Festival, hai già qualche novità per la prossima edizione?

  Al momento è un po’ presto per gli annunci ma anche nel 2017 vedrete un’edizione molto carica. Posso già anticipare che anche quest’anno ci sarà il connubio fra fumetto e hip hop.

-       La domanda che faccio a tutti: il primo fumetto che hai letto?

  Topolino, fin da prima di saper leggere.

Grazie ancora per l'intervista e a presto!




venerdì 23 dicembre 2016

Le nerd-interviste: 8) Claudio Calia


Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un altro amico fumettista: Claudio Calia! La sua ultima opera, che avevo gia' presentato in questo blog, è "Leggere i fumetti", una breve agile guida per chi vuole iniziare a leggere i fumetti. Ho avuto la fortuna di incontrarlo al Temporary Book Store che è stato allestito in Calle Corte Legrenzi a Mestre, e questa è la mia intervista!

Ciao Claudio e grazie per questa intervista !
Come ti è venuto in mente di scrivere una guida per chi vuole iniziare a leggere i fumetti?
Leggo e accumulo fumetti da... 35 anni? Li faccio più o meno professionalmente da venti. Vivo in provincia. Metti insieme questi tre elementi e uniscili idealmente con una linea, e la risposta verrà da sé: nella mia vita non frequento molti lettori di fumetti. Così nel tempo sono diventato per tanti miei amici la persona da interrogare quando un fumetto entra nel loro radar: cosa leggere dopo Zerocalcare o Gipi, per esempio, o di volta in volta segnalare Zograf, Sacco, Spiegelman, la Satrapi, e tanti altri a seconda dell'interesse di partenza che mi viene segnalato. Dopo tanto giornalismo disegnato, mi è venuta voglia di realizzare un libro che, in un certo senso, svolga la stessa funzione per un pubblico più ampio rispetto alla mia cerchia abituale.



 
Pensi che sia una esperienza che si conclude così, o hai già in mente di fare nuove edizioni “aggiornate”?

Chi può dirlo? Ogni tanto penso ad alcune parti che potrebbero essere aggiunte, magari in forma di piccola autoproduzione (chi vuole sapere come e perché mi sono sbarazzato della collezione dei primi 100 numeri dell'Uomo Ragno della Star Comics?) a complemento disponibile solo alle presentazioni dal vivo. Ma è troppo presto per parlarne. Mentre avrei proprio voglia di renderlo in un qualche modo un sito, un sito dedicato a chi vuole avvicinarsi alla lettura del fumetto e delle disquisizioni su fumetto popolare o d'autore non sa che farsene. È però una cosa che non potrei sobbarcarmi da solo, un sito sui fumetti pensato espressamente per dare consigli di lettura a chi non ne legge, dovrei cercare pochi e selezionati collaboratori disposti a scrivere, costruire una sorta di redazione... Insomma, idee in testa sull'argomento continuano a frullarmene parecchie.




Hai scritto che il tuo libro non è un elenco dei fumetti che ti piacciono... so che è un elenco difficile da stilare, ma fumetti e autori preferiti?

È veramente una domanda che viene posta molto spesso ed è sempre molto difficile rispondere. Se andassi a scorrere le mie risposte in passato probabilmente troverei sempre titoli e autori diversi. Posso dire che generalmente ragiono per “autori”, e tra questi ce ne sono un po' che alla soglia dei quarant'anni posso definire “ricorrenti” tra le mie letture: Frank Miller, Jack Kirby, Katsuiro Otomo, Chester Brown, Joe Matt, Go Nagai, Jim Starlin, Adrian Tomine, Dave Sim, Manu Larcenet, José Munòz, Leo Ortolani... e siamo già a 12 in un baleno, e mica finisce qui.
Sulle opere: il Quarto Mondo di Kirby, Devilman di Nagai, Alack Sinner di Munòz e Sampayo, Cerebus di Dave Sim, Peepshow di Joe Matt, Capitan Marvel e Warlock di Jim Starlin, Akira di Katsuiro Otomo, Maus di Art Spiegelman, Hicksville di Dylan Horrocks... anche qui potrei non finire più.



Progetti per il futuro? Ho letto qualcosa a proposito dell'Iraq o sbaglio?


Poco prima di concentrarmi sulla chiusura di Leggere i fumetti sono stato due settimane nel Kurdistan Iracheno con un progetto di Un Ponte Per, che mi ha portato a insegnare fumetto in tre centri giovanili e, ora, a sviluppare un libro a fumetti sul mio viaggio. Ho appena consegnato una piccola “anteprima” che vedrà forma in un albo autonomo di 24 tavole a uso e consumo di Un Ponte Per, e per la prima metà del 2017 uscirà il reportage completo con BeccoGiallo.



Come nasce l’hashtag che usi “maledettifumetti”?

Doveva essere il titolo del mio libro, al posto di “Leggere i fumetti”. In un certo senso lo è stato perché per tutto il tempo in cui ci ho lavorato per me il titolo era quello. Purtroppo esiste un saggio, edito da Tunuè, molto bello e interessante tra l'altro, con lo stesso titolo, dedicato al maccartismo nel fumetto americano degli anni '50. Non è raro tra l'altro sentirmi usare questa frase per imprecare, tra me e me.



 
La domanda che pongo a tutti, il primo fumetto che hai letto?

Veramente molto difficile. Ho cominciato a leggere fumetti davvero da piccino. Ho due ricordi emblematici: avrò avuto quattro o cinque anni, quando ho raccolto un albo dei Fantastici Quattro della Corno, ricopertinato con un altro titolo (in copertina c'era il primo piano di un soldato del Dottor Inferno di Mazinga Z), a Brindisi mentre passeggiavo con mio padre. Per raccolto intendo proprio raccolto dopo che una macchina ci era passata sopra, con il segno dello pneumatico su tutta la facciata. Conteneva un numero dei FQ disegnato da Jack Kirby.
Poi più avanti, alle medie per un compleanno qualcuno della mia famiglia mi ha regalato il libro “50 anni di Braccio di Ferro” di Bud Sagendorf e quel libro, che racconta la vita di Elzie C. Segar, il creatore di Popeye, è stato fondamentale per decidere di provare a fare della mia passione più forte anche una professione.

Grazie ancora per l'intervista e anche per le dediche e gli sketch sui tuoi volumi :) 



venerdì 16 dicembre 2016

Le nerd-interviste: 7) Spectrum


Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un altro amico fumettista: Spectrum, creatore nonchè disegnatore della serie Honey Venom per Nero Press Edizioni!
 
Ciao Spectrum e grazie per questa intervista , passiamo subito alle domande:

- Da dove deriva questo pseudonimo?

Lo ZX Spectrum era un computer prodotto negli anni 80 dalla Sinclair Research. Io ne avevo uno, anzi ce l'ho ancora ed è ancora funzionante. Questo pseudonimo rappresenta la mia infanzia, quanto mi sono divertito, le cose che ho letto, quelle a cui ho giocato e quelle che mi hanno appassionato.


- Com’è iniziata la tua esperienza di fumettista?

Ho sempre amato raccontare storie e disegnare, quindi fare fumetti è stato assolutamente naturale per me. All'inizio erano fumetti fatti a matita o a penna biro su dei quaderni. Facevo le scuole superiori. Questi fumetti giravano fra gli amici ed erano spesso delle trasposizioni romanzate di partite fatte a Dungeons & Dragons con gli amici. In seguito ho abbandonato i quaderni e ho cominciato a metterci più enfasi, lavorando sui miei fumetti con più serietà e impegno. Sebbene sia un disegnatore tradizionale, il mondo digitale ha facilitato di molto il lavoro.  Faccio ancora tutto su carta a parte l'applicazione dei retini, ma con internet ho avuto la possibilità di condividere i miei fumetti con persone al di fuori della mia cerchia di amici. Nel 2014 ho pubblicato in autoproduzione il primo volume delle avventure di Honey, "La cosa che striscia dall'inferno" e ho iniziato a frequentare le fiere del fumetto. La risposta del pubblico è stata entusiasta e, sebbene il mio fumetto sia un prodotto di nicchia, ha in qualche modo conquistato lettori di varie fasce d'età e di entrambi i sessi. Alla fine del 2014 è arrivata Nero Press Edizioni che mi ha proposto di pubblicare Honey Venom e così sono uscito dall'autoproduzione e ho iniziato l'avventura editoriale.


- Quando sarà pronto il secondo numero di Honey Venom? Puoi darci qualche anticipazione?

Il secondo volume di Honey Venom, Bitchwitch è già nelle possenti mani di Nero Press, che sta procedendo all'editing e all'impaginazione. L'idea è quella di presentare Bitchwitch al Festival del Fumetto di Novegro il prossimo 5 e 6 febbraio. Probabilmente ci sarà anche una prevendita, non so ancora che tipo di approccio deciderà di seguire l'editore.
Per quanto riguarda le anticipazioni, posso dire solo che Bitchwitch è un progetto al quale tengo molto e sul quale ho concentrato tutte le mie energie per due anni. Volevo raccontare meglio i personaggi che ruotano attorno a Honey, così come il suo mondo. Scoprirete molte cose su Lentiggini, sul Vescovo e sul tutto l'universo nel quale si muove la figlia delle tenebre.


- Parlando del tuo background, autore di fumetti preferito? Fumetto preferito?

Fare un solo nome farebbe davvero torto a molti autori che sono importanti per me e che mi hanno formato. Tuttavia, non posso negare che Go Nagai mi abbia influenzato tantissimo. Fin da quando ero piccolo, dai tempi dello Spectrum per capirsi, seguivo con passione i cartoni animati con le avventure dei personaggi inventati da Nagai. Faccio parte della generazione che era davanti alla TV quando Goldrake è stato trasmesso in Italia per la prima volta. È comunque nella sua veste di fumettista che l'ho apprezzato di più. Non posso però tacere il fatto che, molto prima che i manga arrivassero in Italia, avevo letto già moltissime cose e che fra gli autori che ritengo davvero importanti per me ci sono  Bonvi, Carl Barks, Jacovitti, Magnus, Segar e tanti altri. Li ho citati in ordine alfabetico, per non far torto a nessuno.
Così come sarebbe riduttivo per me scegliere un autore solo, non posso citare un unico fumetto quale mio preferito. Adoro fumetti molto diversi l'uno dall'altro, da Nausicaa di Hayao Miyazaki alla saga del Punisher scritta da Garth Ennis, dai vecchi horror di Creepy (il nostrano Zio Tibia) ai sexy horror italiani degli anni '70 come Jacula o Lucifera, da La Storia dei tre Adolf di Osamu Tezuka a Rachel Rising di Terry Moore o a Violence Jack del già citato Go Nagai.

- Il primo fumetto che hai letto?

Topolino.

Ciao Spectrum e grazie per l'intervista!


venerdì 9 dicembre 2016

Le nerd-interviste : 6) Vforvito

Questa settimana per la serie delle nerd-interviste abbiamo un altro amico nerd : Vforvito !

Ciao Vito e grazie per l’intervista!
So che sei un nerd a tutto tondo (più o meno come me) , quindi mi
soffermerei su serie TV e fumetti..passiamo quindi alle domande :


- Parliamo di serie TV , come ti
è venuto in mente di fare una tesi su Dexter?


Innanzitutto ciao a te Fabrizio e a tutti i lettori del blog.
L’idea dell’elaborato è venuta fuori andando avanti con gli studi e venendo a contatto con autori e particolari teorie linguistiche e filosofiche.
Ho “giocato” un po’ con il duplice significato del termine “Codice” nelle sue accezioni linguistica e morale e ho intrecciato il modo in cui un serial killer mette in atto il suo modus operandi e come noi mettiamo in atto le nostre competenze linguistiche parlando. Ma l’aspetto che mi sono divertito di più a sviluppare ed approfondire è quello relativo alla doppia identità, alle “maschere” che tutti indossano nelle varie situazioni, che nel caso di Dexter tracciano una linea netta tra la sua vita “normale” e quella da Giustiziere Notturno.
Sembra complessa così a parlarne e forse anche un po’ noiosa, probabilmente perché manca tutto il sangue presente nella serie!

- Serie Tv che segui attualmente? Prima serie TV seguita di cui hai
ricordo?


Sono reduce dalla conclusione di The Young Pope di Paolo Sorrentino, che ho ritenuto un prodotto ottimo sotto tutti i punti di vista nonostante non sia propriamente un fan del regista partenopeo.
Nell’ultimo anno ho seguito ovviamente serie tratte da fumetto come Luke Cage e Daredevil (e Agents Of S.H.I.E.L.D. che è ancora in corso), ho accolto con estremo piacere il ritorno di Black Mirror e ho recuperato un cult come the IT-Crowd che mi mancava e che è diventata subito una delle mie serie preferite. Sicuramente avrò visto e rivisto altro di cui mi dimentico.

Le prime serie di cui ho ricordo sono quelle che vedevo da ragazzino la mattina: Happy Days, MacGyver, Super Car etc… Quelle a cui sono maggiormente legato affettivamente sono in assoluto Dr. House, perché è stata la prima serie come la intendiamo oggi che ho seguito e che mi ha appassionato, Dexter, per motivi che credo non sia necessario elencare e Parks and Recreation, la mia serie comedy preferita, a cui associo anche i miei ricordi dei primi momenti del rapporto con quella che poi sarebbe diventata la mia compagna, Michela.

- Parlando di fumetti, autore e fumetto preferito? Il primo fumetto
che hai letto?


Come tantissimi ho iniziato con Topolino; ancora oggi reputo Paperon de Paperoni il mio primo vero eroe dei fumetti. Poi sono sempre stato curioso di natura, ed ho iniziato a spaziare su più generi e autori: tanti supereroi (Iron Man è il mio preferito), fumetti d’autore (Alan Moore e Neil Gaiman), fumetti italiani (Dylan Dog e Rat-Man principalmente, ma sono un grande fan anche dei lavori di Giacomo Bevilacqua) e anche qualcosa di più “underground” (Robert Crumb è uno dei miei autori preferiti). Ultimamente ho letto Odio Favolandia di Skottie Young, un autore che ho conosciuto sulle pagine di Rocket Raccoon e di cui adoro scrittura e disegno: mi sento di consigliarlo per freschezza e stile.

Se devo scegliere un fumetto preferito probabilmente dico Watchmen, perché ha rappresentato l’elevazione ad arte quello che per molti è solo uno svago puerile.
Il mio autore preferito è probabilmente Leo Ortolani; seguo i suoi lavori da oltre 15 anni e lo reputo una mente geniale per come riesce ad affrontare tematiche anche pesanti mascherandole in farsa. La maturità artistica, emotiva e argomentativa raggiunta negli ultimi anni lo eleva a mio parere tra i Maestri assoluti del genere.
 

- Com’è andato il viaggio a Londra? Qualcosa di interessante dal punto
di vista di noi nerd da segnalare?


Sì, tantissime cose. Innanzitutto ci sono molti negozi di fumetti tutti piuttosto forniti in cui è possibile anche fare qualche buon affare; su tutti ovviamente il mitico Forbidden Planet.
Per i nostalgici di Jurassic Park l’ala sui dinosauri del Natural History Museum è una specie di posto magico.
Ovviamente, essendo l’Inghilterra patria di uno show storico come Doctor Who è denso di posti a tema da vedere: quelli più interessanti in assoluto sono un negozietto aperto da oltre 30 anni che dentro ha anche un piccolo museo; se poi si vuole fare l’esperienza definitiva sul Dottore bisogna arrivare sino a Cardiff per visitare la Doctor Who Experience, vero e proprio sacrario della serie con costumi, oggetti di scena e curiosità.
Forse quello che è stato il momento più emozionante è stato quando ho varcato la soglia del mitico 221b di Baker Street; oltre a Topolino da piccolo amavo i romanzi di Sherlock Holmes ed è stato come realizzare un sogno d’infanzia.
Ma forse la cosa più bella che mi porto da questa breve vacanza è l’aver conosciuto il mitico Quarto Dottore Tom Baker durante una convention.

Ciao Vito e grazie ancora per l'intervista !



venerdì 2 dicembre 2016

Le nerd-interviste : 5) Fagemma76


Questa settimana per la serie delle nerd-interviste abbiamo un amico nerd appassionato tra le altre cose di giochi di ruolo : Fagemma76 !

Ciao Fabrizio e grazie per quest'intervista !

Caro omonimo ti ringrazio per avermi scelto per un'intervista. Ammetto di essere emozionato, perché si tratta della mia prima volta in assoluto, ma bando alle ciance e passiamo alle domande.

- Come mai questo nickname (Fagemma76) ? Semplice nome e cognome accorciati ? :) 

Esatto! Il mio nickname su Instagram è fagemma76, semplicemente nome abbreviato, cognome completo e anno di nascita.
 
- Parliamo di giochi di ruolo , come ti sei avvicinato a questa passione ? 

Correva l'anno 1991 e fino a quel momento la mia unica esperienza in ambito "simil ruolistico" era la serie "Lupo Solitario" che usciva regolarmente per la casa editrice "EL" nella collana Libro Game. Ricordo che una sera di settembre incontrai un mio carissimo amico che entusiasta mi mostrò una scatola rossa con un enorme drago rosso in copertina fronteggiato da un guerriero in cui campeggiava una scritta in inglese "Dungeons & Dragons", e allora mi disse: Fabri, dobbiamo provarlo, sembra uno sballo!
Il giorno seguente a casa di mia nonna, provammo il gioco, usando la prima avventura presente nel manuale del dungeon master, e creando il mio primo personaggio, un ladro che chiamai Arraf (semplicemente abbreviai il verbo arraffare).
Pur essendo in due, ci divertimmo moltissimo, ripromettendoci di farlo provare anche agli altri amici. Ovviamente fu un successo, con l'aggiunta delle altre scatole (expert e companion) si aprì un mondo sempre più vasto, fatto di eroi che combattevano mostri terribili e affrontavano pericoli inerrarabili scaturiti dalla nostra fervida immaginazione. Una menzione d'onore fra i miei ricordi va sicuramente all'allora unico negozio di GDR di Genova, "Dice & Dragons", dove scoprì l'esistenza di altri giochi, passando dall'Advanced Dungeons & Dragons 1° e 2° edizione, ad un altro caposaldo, Il richiamo di Cthulhu ispirato dalle opere dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft, e molti altri...Da qui nacque la mia passione per i gdr.
Pensate che riuscimmo ad aprire perfino un club di giochi di ruolo chiamato "La rocca della fantasia" che rimase aperto fino al 95, con all'attivo quattro tornei di gdr e giochi da tavolo riscuotendo un discreto successo.
Credo di aver raggiunto l'apice della mia "nerditudine" nell'ottobre del 2014, grazie ad un amico, sono riuscito a partecipare ad una cena a Levanto, con un mito vivente della TSR, nientepopòdimenoche Frank Mentzer, che si trovava di passaggio in Italia per finire a lucca comics & Games come guest star.





- Il primo gioco a cui hai giocato ?

Come già ampiamente anticipato nella seconda domanda, il primo gioco a cui giocai fu il D&D scatola rossa, come penso quasi la totalità dei giocatori di ruolo della mia età o più vecchi. Probabilmente più abbordabile per via della traduzione italiana (ad opera di Giovanni Ingellis per l'Editrice Giochi) e della forte reperibilità oltre che nei negozi di settore, anche nei più comuni negozi di giocattoli, per fare un esempio, lo si poteva trovare negli scaffali fra un risiko ed un cluedo. 


- Il tuo gioco di ruolo preferito attuale ?

Partendo da D&D base, passando per AD&D 2° edizione con tutte le ambientazioni tranne Birthright, e tutte le successive edizioni di D&D fino alla più recente 5° edizione (ho provato anche l'edizione che non esiste :-) ) ho giocato anche a Il Richiamo di cthulhu, Girsa, Robotech, Dylan Dog, Martin Mystere, Lex Arcana, Alternity, Vampiri la masquerade, Werewolf: the apocalipse, Mage: the ascension, Holmes & Co, Vampiri Secoli bui, Martelli da Guerra, Warhammer fantasy roleplay, Lejendary adventures, Dungerous journey, Amber, Talislanta, La leggenda dei cinque anelli, Cyberpunk 2020, Cyberpunk v 3.0, Wraith: the oblivion, I signori del caos, Twilight 2000 (seconda edizione), I cavalieri del tempio, stormbringer,guerre stellari seconda edizione, le marche dell'est, dungeonslayer, Ars Magica.
Si tratta di una mera lista, ma dal 1991 ad oggi questi sono i giochi a cui almeno una volta sono riuscito a giocare. Solo in questi ultimi due anni la mia esperienza ludica ha ricevuto un forte rallentamento, dovuto ad impegni familiari (moglie e due figlie) e mancanza di amici con cui giocare.
Attualmente posso dire che il mio gioco di ruolo preferito rimane sempre Dungeons & Dragons nella sua quinta e per ora ultima edizione. (il primo amore non si scorda mai).


- So che sei stato a Lucca Comics eccetera eccetera quest’anno , com’è stata come esperienza ?

ahhh Lucca (con sguardo sognante), questo appena passato era il nono anno consecutivo che riesco a prendere parte a questa manifestazione che personalmente adoro. Lucca è in pratica tutto il mio mondo racchiuso in una manifestazione. Avrei voluto partecipare già nel 1993, ma per questioni di età e di mancanza di accompagnatori era impossibile parteciparvi, e anche crescendo e trovandomi un lavoro, non avevo mai preso in considerazione la possibilità di andarci.
Solo nel 2007 riuscì a trovare un compagno di viaggio, e mi tuffai in quella marea di persone, come mi giravo potevo vedere gli eroi della mia infanzia, dentro al padiglione carducci vidi il paradiso, giochi di tutti i tipi, mi trovai a parlare di giochi di ruolo con perfetti sconosciuti e mi sentii come fossi a casa.
Da quella prima volta, fino ad oggi, fu vero amore, un'esperienza da rifare prima possibile.
Un appuntamento fisso, come se per me, quei giorni, fossero il Natale di quando ero bambino. Devo dire che fino all'anno scorso avevo fatto sempre un solo giorno, ma in quella appena passata sono riuscito a stare due giorni. Certo i compagni di viaggio sono cambiati da quella prima volta, ma l'entusiasmo e la passione per questa manifestazione rimangono nel mio cuore.

Ringrazio Fabrizio Perale per questa intervista sperando di essere stato esaustivo.

Grazie a te !
 




venerdì 25 novembre 2016

Le nerd interviste: 4) Andrea Gallo Lassere

Questa settimana per la serie delle Nerd-interviste abbiamo Andrea Gallo Lassere, tra le altre cose creatore e sceneggiatore della serie Black Death per le Edizioni Inkiostro...

Ciao Andrea e grazie per questa intervista... passiamo alle domande:
- Come è iniziata la tua esperienza di sceneggiatore?  


Grazie a te, Fabrizio. Ho iniziato nel 2012 con un episodio de L’Insonne dal titolo: “Davvero Insonne” per il sito Verticalismi; mentre il mio esordio cartaceo risale al 2013 con alcuni episodi brevi sceneggiati per la rivista contenitore a fumetti: Denti.  

- Parlando della serie che hai creato, Black Death, l’ultimo numero si conclude con un finale molto aperto, hai già pensato a seguiti / spin-off? 

La sinossi per una seconda stagione di Black Death, l’ho scritta già da tempo: il finale aperto che hai letto, è solo l’inizio di un progetto molto vasto che prima o poi, spero di poter proseguire in qualche modo.

- A proposito della serie televisiva in lavorazione proprio su Black Death, puoi darci qualche anticipazione? 

Proprio in queste ultime ore è stato diffuso il nome dell’attore che interpreterà il protagonista della serie: Fabio Fulco. L’intero progetto è affidato alla professionalità e bravura del regista e attore torinese Luca Canale Brucculeri. Luca è anche un grande appassionato e conoscitore di fumetti e cinema, come lo è anche il produttore della serie Marco Milone che ha già all’attivo la co-produzione di Revengeance: film d'animazione di Bill Plympton. C’è Paola Barbato alla sceneggiatura e lei non ha certo bisogno di presentazioni. Se tutto ciò non ti basta ancora, ti aggiungo anche la preziosa e fondamentale collaborazione della talentuosa e passionale disegnatrice Simona Simone (aspettati una bella sorpresa!). Direi che possiamo dormire incubi tranquilli, no?
Per le prossime succulenti anticipazioni e news ufficiali, siete tutti invitati a seguire l’aggiornatissima pagina Facebook: https://www.facebook.com/BlackDeathSeries   


- Parliamo un po’ del tuo background, il tuo autore preferito? Il tuo personaggio/fumetto preferito?

Di autori e personaggi preferiti ne ho tanti ma facendoti l’elenco, rischierei di dimenticare qualcuno, sobbarcandomi poi di sensi di colpa. 
Non posso però fare a meno di nominarti Claudio Chiaverotti con il suo Brendon e in particolare l’albo N°35 “Regali dall’Inferno”, disegnato da Lola Airaghi.



- La domanda che faccio spesso, il primo fumetto letto?
 

Topolino e Zagor. Il primo fumetto acquistato direttamente dal sottoscritto: Dylan Dog (seconda ristampa) N°12 – Killer!, in parallelo all’albo  N°71 – I delitti della Mantide. 

Grazie ancora Andrea e a presto !