venerdì 29 marzo 2019

La nerd-intervista: AlbHey Longo

Stasera altra intervista raccolta al Cartoomics. Ecco la chiaccherata avuta con l'autore della graphic novel Sfera, appena uscita in libreria per Bao: AlbHey Longo!


- Ciao AlbHey, questa è la tua seconda opera con Bao?

Si, si!

- Di cosa tratta, in soldoni?

In soldoni tratta di un ragazzo con il superpotere di generare queste sfere che vedi nella copertina. Delle sfere solide, tipo dei campi di forza, però se viste da una persona che non sa che sono generate da lui sembrano di vetro. E tratta di questa ragazza che ha abbandonato da un po’ di tempo il sogno di diventare un’artista. Lui ovviamente tiene segreto questo superpotere. Questo potere verrà sfruttato da loro due per diventare degli artisti famosi, tramite tutta una serie di cortocircuiti che si creeranno con i mass media, che non riescono a comprendere bene queste sfere che appariranno in giro. E quindi parla di due ragazzi che dal nulla, assieme, riescono a diventare veramente famosi. E il loro problema nella vita "famosa" sarà poi non ricadere nelle trappole della vita precedente (che non li soddisfava). Quindi sarà un viaggio nella fama e poi una discesa verso l’inferno.

- Ma come ti è venuta l’idea?

E’ nata perché  dopo questo (La quarta variazione, il suo primo volume nda) che è molto realistico come storia, volevo inserire un elemento che fosse sovrannaturale. E allora mi sono detto proviamo a prendere questo elemento dei superpoteri. Ed è nato perché volevo analizzare un rapporto fra due persone che nasce e cresce cadendo però nelle trappole in cui a volte i rapporti cadono. E quindi essenzialmente volevo fare due personaggi molto ben distinti di personalità e vedere come si sviluppava il loro rapporto. E in più mi piaceva l’idea di inserirci l’ambiente che non fosse quello che conosciamo tutti ma tipo un ambiente di fama e di enorme successo, come quello del mondo dell’arte.

- Una domanda scema, come mai ti firmi AlbHey?

Me lo porto dietro dalle superiori. Alle superiori io facevo l’artistico, e tutti ci firmavamo con i nomi più assurdi e tutto il resto. Non mi ricordo anch’io bene esattamente com’è nato ma è una cosa che mi è rimasta attaccata. Ovviamente deriva da Alberto, la parte alla fine è una cosa che è rimasta attaccata. Quindi è un nome che mi porto dietro da una sacco di tempo, è uno di quei nomi che nascono a caso alle superiori e da cui poi non ti stacchi più.

- Magari qualcuno pensa ad un artista straniero!

Me lo chiedono in tanti, ma no. Sono piemontese!

- Hai nuovi progetti? Forse ora è ancora troppo presto per parlarne..

Sì, ce ne sono! In testa tantissimi, però il problema è riassumerli, e alcuni non si possono dire perché non sono ancora confermati. Però sì, nel senso sto pensando a breve di scrivere un’altra storia sempre con Bao, adesso si vedrà. Nella mia testa il progetto nuovo c’è già. Adesso ne parleremo a breve con Bao.

- Hai detto che hai frequentato l’artistico, e dopo? Come sei diventato fumettista?
Dopo ho fatto il corso di grafica all’Accademia di Belle Arti di Torino.

- Ah sì, perché tu sei di Torino come Capitan Artiglio!
Sì! Nel corso di grafica c’era un corso di fumetto e l’abbiamo fatto assieme! Ci siamo conosciuti lì praticamente! In quel corso abbiamo avuto un professore fantastico che ci ha molto aiutato a progettare le nostre prime storie e ci ha seguito un sacco!

6 commenti:

  1. L'idea di base è particolare, e comunque la trama sembra avere uno sviluppo in cui questo "potere" è solo un elemento di partenza per poi parlare di temi più complessi.

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  2. Grande, compagno di corso di Capitan Artiglio :)
    Bella la cosa dei "nick" da scuola artistica... ahaha, si usava comunque un po' ovunque :)

    Moz-

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    1. Anche noi in classe ognuno aveva il suo soprannome..e MAI rivelerei il mio ;)

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  3. Ero curioso di sapere la genesi dei due personaggi giornalisti :P
    La prossima volta che lo becchi, all'autore, glielo dovrai chiedere :P

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    1. Ahah ok, ma penso che gli servisse solo come pretesto, gli serviva una professione "precaria"

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