venerdì 15 novembre 2019

La nerd-intervista: Lucio Perrimezzi+Francesca Follini

Stasera ultima intervista raccolta al TCBF. Ecco la chiaccherata avuta con gli autori di Ophidian, Lucio Perrimezzi e Francesca Follini!
Attenzione può contenere qualche spoiler sul primo volume di Ophidian!


- Ciao Lucio, che storia è questo Ophidian?

LP: E’ la storia di un Nephilim (un nephilim è un essere nato dall’unione di un angelo con un essere umano) che dichiara guerra al Paradiso. Viene accusato dell’omicidio di Dio, e quindi in pratica lui crea un esercito per andare a dichiarare guerra al Paradiso, sostanzialmente. La sua compagine è formata da ex-angeli e ex-diavoli espulsi dai rispettive mondi di appartenenza.

- Rinnegati, quindi!

LP: Sì, rinnegati, che sono sulla terra, e si uniscono a lui. Quindi la storia è una storia action, non dark fantasy, un po’ Hellblazer un po’ Sandman, questa roba qui. Però in realtà noi, oltre alla storia in sè che è completamente fruibile a sè stante, abbiamo cercato anche più o meno di fare una riflessione su cos’è il bene e su cos’è il male. Perché il Paradiso in questa storia in realtà non è come ci hanno insegnato e l’Inferno è fondamentalmente un feudo del Paradiso. Il Paradiso è un’organizzazione militarmente organizzata: c’è un generale, dei luogotenenti, delle gerarchie. Quindi è un modo anche per raccontare che non c’è un bene assoluto o un male assoluto. Lui è un personaggio che non è nè buono nè cattivo, infatti è stato anche difficile da scrivere, perché è difficile anche empatizzare con un personaggio che dice sempre che è oltre il bene e il male. Quindi abbiamo cercato di inserire degli spunti di riflessione. E questa è la storia. Non ti posso dire il resto perché il secondo è in uscita, però insomma questa è la base della storia. Lui ha due spalle principali, Iax, un altro angelo rinnegato, e Paria, un luchador, un wrestler. E in pratica sono i suoi due “Groucho”, lo accompagnano in questa avventura.

- Ma come ti è venuta l’idea per questa storia?

LP: Inanzitutto io sono un fan della roba Vertigo, poi ho sempre approfondito i miti delle religioni, e se leggi certe cose con curiosità, certe storie si scrivono da sole. Poi noi volevamo fare una storia dinamica. Io ho collaborato con NPE e ho fatto un volume che si chiama “Il sesto”, che affronta tematiche simile però è molto più “cerebrale”. Volevamo fare una cosa un po’ più leggera, però volevamo comunque porre degli spunti di riflessione. Nonostante sia un fumetto che parla molto di religione, specialmente con il secondo volume, è il fumetto più ateo del mondo. Il secondo volume si chiamerà “in absentia Dei”, cioè racconta dell’assenza di Dio. Quindi secondo me, finito di scriverlo, rileggendolo, vedendo le tavole che ha fatto Francesca, si respira questa assenza, cioè è pesante l’assenza di Dio. E' difficile da spiegare, si vede che manca. E’ tutto quanto fatto su un concetto che non esiste, secondo me è la cosa più atea che ho scritto. Poi Francesca col secondo volume ha fatto anche un upgrade. Sta facendo un lavoro spettacolare.


- Francesca vuoi aggiungere qualcosa?

LP:  Ti è piaciuto farlo?

FF: E' stato intenso, nel senso che comunque è stato una sfida. Nel senso che è stato comunque complicato trovare determinati “mood”, trovare anche determinate soluzioni grafiche riguardo anche tutti gli aspetti della trama, dei livelli di lettura, dei livelli di realtà che ci sono all’interno poi di Ophidian. Quindi è servito anche del tempo per trovare il design, per trovare il mood.

LP: Tieni conto che inizia nella realtà nostra, ma poi ad un certo momento si sposta, nel secondo volume, al Paradiso. Quindi anche a livello di doverlo rappresentare graficamente è sempre difficile. Paradossalmente l’Inferno è forse più facile, il Paradiso rischi sempre di essere…

FF: Retorico!

- E com’è Lucio come sceneggiatore?

FF: Esigente, ma già lo conoscevo, ormai è un sodalizio di vecchia data.

LP: Abbiamo fatto tante cose assieme io e Francesca. Infatti Luca (Frigerio, fondatore di Noise Press nda) dice sempre che sono molto preciso come sceneggiatore. Però non vuol dire che non lasci spazio, e ho anche molto rispetto per i disegnatori.

FF: E ti sei anche molto asciugato sui dialoghi!

LP: Ho lavorato molto su questo, io ero molto verboso.

FF: C’è una splash-page de “Il sesto” che è praticamente una “wall of text”.

LP: Si, c’è un monologo che è stato scritto prima e poi messo lì. Invece qui non ci sono praticamente didascalie, pochissime, è comunque tutto molto asciutto. Anche perché quando scrivi un fumetto d’azione, non puoi farlo troppo carico, non avrebbe molto senso.

- Sennò diventa come i fumetti degli anni ’50, che erano strapieni di didascalie!

LP: Se fai un fumetto dinamico, e poi su una scena d’azione ci metti molte righe di testo, o sei Frank Miller, e lo puoi fare perché sei Frank Miller, oppure rischi che depotenzi la scena d’azione, che è dinamica, con una lettura che rallenta.

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