venerdì 4 gennaio 2019

La nerd-intervista: Elisa2B

Stasera penultima intervista dal TCBF con l'autrice del bellissimo La chiamata, di cui avevo parlato ormai mesi fa: Elisa2B!


- Ciao Elisa, come nasce La chiamata?

E’ nata perché io stavo molto male, sono andata a Torino per studiare, e ho smesso di disegnare anche se era già una discesa da un po’ di tempo. Stavo sempre peggio, e mi hanno diagnosticato una depressione maggiore e poi l’Asperger, quindi una combo devastante..

- Ora come stai?

Benino, però non importa! No, sto bene, semplicemente ho dei momenti no, però sto molto bene rispetto sicuramente a qualche anno fa.
Il fatto è questo, nel casino di tutto quanto, quando io mi son trovata a fare corsi per l’accademia che c’era da disegnare, fare character design, io mi sono accorta che mi piaceva comunque un sacco. Il disegnare, il character design, raccontare storie, mi piaceva ancora nonostante tutto, quindi ho detto “sai cosa? mi metto a farlo un pochino più sul serio!” Ma ho detto “però cosa disegno?” Perché mi piacevano un sacco queste illustrazioni che cominciavo a veder spuntare allora, tipo Davide Aurilia, questi autori che adesso sono tutti con Bao e compagnia bella. Penso a Davide come prima cosa perché lui mi ha un po’ condizionato all’inizio. Mi son detta che il culmine del malessere è quello in effetti che devo raccontare perché è la cosa che mi condiziona tuttora la vita. Quindi ho cominciato, ci ho messo un anno a scrivere tutto e a fare la tavole di prova, e un anno a finire tutto il resto.

- E' pure un libro bello corposo!


270 pagine, e quindi è potente! C’è anche del pathos scenico lì dentro!

- E’ la tua prima opera?

Da autrice unica, sì. Sta uscendo il quinto libro mio per BeccoGiallo. Per il primo ho fatto delle illustrazioni per una storia,  per il secondo le illustrazioni per un’altra storia, il terzo è “I segreti di David Linch” (Elisa 2b ne ha curato le illustrazioni nda), il quarto è questo, per il quinto le illustrazioni per “La regina di New York”, un progetto di Diadora. Questo come autrice unica è il primo, ho voluto rompere i c#glioni! infatti c’era il mio professore di fumetto che mi diceva “ma tanto non te lo compra nessuno se tu vai e presenti un malloppo di 3000 tavole, accorcialo!” Doveva essere più corto, ma è andata bene!

- La vicenda è tutta una metafora su tutto quello che ti è successo..

Sì, non è da prendere alla lettera perché esteriormente non mi sono successe proprio quelle cose là, in alcuni casi sì in altri no, quindi io per brevità dico: non è da prendere alla lettera, è molto romanzato. Però il senso, il succo della cosa, sì!

- Quindi può parlare di te come no..

Sì, esatto! Un sacco di cose sono palesemente mie, proprio prese a piene mani dalla realtà, come il vizio di collezionare foto di sconosciuti o di conosciuti, comunque collezionare foto di persone. Di alcuni fatti personali ho invertito un po’ i ruoli, cambiato alcune persone. Per tutelare anche le persone che mi sono vicino ho un po’ cambiato, ho un po’ coperto alcune cose. Non è proprio il massimo da fare secondo me, ma viste le circostanze ho preferito perché è un discorso molto complicato.

- Anche la sensazione di sentirsi un alieno è una cosa tua?

Sì, quello è tutto mio per forza. Nel senso che è una cosa che nasce nei primi anni d’età, per lo meno per me è stato così, poi con l’andare avanti con gli anni fa sbocciare qualcosa di nuovo che è la malattia, nel senso che si osserva in psicologia che le malattie mentali o i disturbi del comportamento, cioè comunque cose con rilevanza, esplodono verso i 20 anni, e quindi è molto coerente. Arrivare ai 20 anni è una rottura di c#glioni per tutti!

- Dei tuoi progetti futuri in pratica mi hai già risposto!

Sì, sta arrivando il quinto (nel frattempo è già uscito nda), poi sto scrivendo alcune cose, vediamo come va, sono abbastanza tesa, ma va come va!

- Ho apprezzato molto la scelta cromatica del libro, in bianco, nero e rosso!

Perché il rosso voleva comunicare qualcosa di importante quindi mi son detta è comunque un colore che sottintende intensità, per cui è adeguato, è anche il colore del sangue, quindi è doppiamente adeguato, da ogni punto di vista della scelta.

- E la lingua aliena che si vede?


E’ inventata!

- Ma significa qualcosa?

Sì, significa qualcosa, io so cosa ho scritto, però ho scritto in una lingua che si può tradurre, ci sono i mezzi per tradurla eventualmente, li ho messi dentro al libro, però non sono messi immediati, quindi se ti va bene la traduci, se non ti va bene non la traduci. C’è un punto alla fine in cui viene svelato cosa diceva un personaggio prima, se uno lo va a tradurre è esattamente quello, non ho inventato nulla!

4 commenti:

  1. ha ragione, i 20 anni son un'età di rotture di coglioni, tranne che per pochi fortunati.
    Bella intervista perché ci hai fatto sentire quanto sia forte questa giovane donna..in bocca al lupo per tutto :)

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  2. Molto vera e spontanea questa ragazza di talento che merita di far strada.

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