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venerdì 7 dicembre 2018

La nerd-intervista: Enrico "Nebbioso" Martini

Stasera per la consueta intervista abbiamo lo sceneggiatore di Sette Passi, nonchè sceneggiatore di altre opere per Cyrano Comics, Enrico "Nebbioso" Martini!

venerdì 30 novembre 2018

La nerd-intervista: Marta Quaglia

Stasera per l'intervista del venerdì abbiamo la disegnatrice di Settepassi, fumetto di cui ho parlato diversi mesi fa. Ecco la mini chiaccherata fatta al TCBF con Marta Quaglia!

venerdì 16 novembre 2018

venerdì 2 novembre 2018

La nerd-intervista: Vermi di Rouge

Come già anticipato, stasera per la consueta intervista del venerdì abbiamo l'autore delle strisce con i terribili vermi gialli, che ho incontrato al TCBF: Vermi di Rouge!

venerdì 26 ottobre 2018

La nerd-intervista: Alessandra Marsili

Come promesso ieri, stasera conosciamo meglio l'autrice di Gusci, che ho incontrato al TCBF. Ecco la mia chiaccherata con Alessandra Marsili!

venerdì 19 ottobre 2018

La nerd-intervista: Giacomo Taddeo Traini

Come ogni venerdì ritorna lo spazio dedicato alle interviste, e continuamo con quelle raccolte al TCBF con l'autore di Unidos Venceremos, nonchè nostra vecchia conoscenza, Giacomo Taddeo Traini!

venerdì 5 ottobre 2018

La nerd-intervista: Coma Empirico

Come promesso reinizia una nuova serie di nerd-interviste con la prima di quelle fatte al TCBF. Stasera abbiamo l'autore di Tutta la notte del mondo, Coma Empirico alias Gabriele Villani!


venerdì 8 giugno 2018

La nerd-intervista: Clara Mogno

Stasera concludiamo con le interviste effettuate all'ultimo Maledetti Fumetti Fest con un'altra autrice presente nella rivista Oblò: Clara Mogno! 

domenica 6 maggio 2018

Le nerd-interviste: 61) Marco Alfieri

Stasera per la serie delle nerd-interviste abbiamo il geniale creatore del videogioco Call of Salvenee, Marco Alfieri. Premessa: il videogioco in questione non è assolutamente pro-Salvini, diciamo che è un gioco satirico sul populismo, infatti fra le scelte dei personaggi giocabili ci sono pure Renzi, Berlusconi, Sgarbi, Grillo, eccetera, pescando quindi in tutti gli schieramenti. I vari personaggi, oltre a sconfiggere dei nemici, devono esclamare i propri discorsi populistici davanti alle telecamere per aumentare i propri like "virtuali" sui social. I discorsi sono proprio dei campionamenti di quelli reali dei vari politici!
Come si vede è un tentativo riuscito di fare satira attraverso il linguaggio del videogioco. 
Ma diamo la parola a Marco..

domenica 22 aprile 2018

venerdì 30 marzo 2018

sabato 10 marzo 2018

Le nerd interviste: 55) Federico Gaspari (Cyrano Comics)

Oggi per la serie delle nerd interviste abbiamo il presidente dell'Associazione Cyrano Comics, Federico Gaspari, che ho incontrato al Mantova Comics & Games della scorsa settimana.

venerdì 9 febbraio 2018

venerdì 29 settembre 2017

Le nerd-interviste: 40) Icona T

Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo la prima che ho fatto al Treviso Comic Book Festival con un misterioso autore che vuole rimanere anonimo per questo vedete le foto "censurate" personalmente da lui: Icona T!

venerdì 30 giugno 2017

Le nerd-interviste: 33) sTUDIOpAZZIA

Oggi per la serie delle nerd-interviste abbiamo un fumettista che ho incontrato al RovigoComics, di cui ho già recensito la sua opera prima Bambini: sTUDIOpAZZIA !

- Ciao e grazie per l'intervista, “sTUDIOpAZZIA”, ma sei solo tu o siete un collettivo?

Si, nel mio egocentrismo mi sono chiamato come uno studio intero!

venerdì 26 maggio 2017

Le nerd interviste: 28) Enrico Simonato

Oggi per la serie delle nerd interviste abbiamo un architetto e designer con la passione per il fumetto e l'illustrazione, che abbiamo incontrato al Be Comics a Padova: Enrico Simonato!

Ciao Enrico e grazie per l'intervista, una domanda classica: come hai iniziato?

In realtà non c’è un giorno in cui ho iniziato a disegnare, perché ho iniziato fin da bambino. Ho avuto la fortuna di avere tanti fogli di carta a casa perché mia mamma lavorava come segretaria all’interno di una scuola, e lei svolgeva anche dei lavori a casa di battitura a macchina, così avevo risme di carta disponibili tutto il giorno per disegnare. E quindi era il mio strumento di gioco, lo usavo proprio per creare dei miei giochi o i miei disegni, sfogavo tutta la fantasia nel disegno!
Poi sicuramente una buona colpa, se vogliamo dargliela, è degli anime giapponesi che mi son visto da bambino, perché mi hanno sicuramente influenzato nell’immaginario. Mi hanno spronato a provare a replicare i cartoni animati su carta, a provare a copiare le figurine dell’album delle figurine più in grande, sicuramente quello è stato importante per me.

venerdì 19 maggio 2017

Le nerd interviste: 27) Alessandro "Doc Manhattan" Apreda


Stasera per la serie delle nerd interviste abbiamo un giornalista, scrittore, sceneggiatore di fumetti e creatore di un seguitissimo blog punto di riferimento per tutti noi nerd, che ho avuto la fortuna di incontrare domenica al A Bit of [hi]story: Alessandro "Doc Manhattan" Apreda!

Ciao Alessandro e grazie per questa intervista, come nasce il nerd che è dentro al Dr. Manhattan, ritieni di essere sempre stato nerd? 

Penso di si, quando sei ragazzino in realtà ti piacciono le cose che piacciono a tutti gli altri ragazzini, quando inizi a crescere e ti affezioni ai fumetti, ai videogiochi e magari molte altre persone non seguono più quegli interessi ti rendi conto di esser nerd. O almeno per i nerd della mia generazione, adesso è un pò più difficile perché ad esempio i videogiochi sono molto più mainstream, sono molto più diffusi, però nei fine anni ’80 primi anni ’90 se continuavi a giocare con i videogiochi e a leggere i fumetti dei supereroi o i primi manga che sono arrivati in Italia, ne avevi la tessera, un passaporto da Nerd automaticamente!

- Qual’è stato il tuo primo lavoro?

                                                                                                                                                                  Quello che faccio anche adesso, il giornalista! Ho iniziato a scrivere di videogiochi alla fine degli anni ’90 per varie riviste, poi ho lavorato in realtà anche su riviste non di videogiochi, adesso collaboro con dei siti importanti internazionali però mi occupo sempre di quello, di videogiochi, di tecnologia, quindi sostanzialmente ho fatto un solo lavoro in vita mia!

- E fai quello che ti piace..


Si, ho avuto sempre la grande fortuna di trovarlo subito nel periodo anche in cui era anche più facile rispetto ad adesso, e ho avuto questa fortuna che continua anche oggi, speriamo continui ancora a lungo di fare comunque un lavoro che mi piace e mi diverte molto!

- Una cosa che sento dire spesso è: se vuoi lavorare nell’ambito nerd devi trasferirti a Roma o Milano, invece tu sei sempre riuscito a restare nella tua realtà locale..


Si, quando ero ragazzino sognavo di scrivere per le riviste di videogiochi, Zzap!, The Games Machine, Consolemania, eccetera. Non era possibile perché dovevi effettivamente vivere a Milano, perché ti consegnavano fisicamente i giochi, andavi lì a battere il pezzo in redazione, eccetera. Conosco persone che da Cosenza o comunque dal sud si sono trasferite a Milano per lavorare per Xenia (la casa editrice di Zzap! ndr) all’epoca. Però ho avuto la fortuna che fine anni ’90 con l’avvento di internet si è aperta la collaborazione sulle riviste di questo tipo anche a chi abitava in tutto in resto dello stivale. Quindi ho iniziato a lavorare per Super Console, per riviste, come Chip, di informatica, perché semplicemente bastava una banale connessione a 56K a casa e un pò di fantasia, ti mettevi lì, scrivevi i pezzi, li facevi girare..Ripeto c’erano molte più realtà rispetto ad oggi a cui proporre i tuoi pezzi, quindi era più semplice. Internet ha davvero permesso a chiunque..

- Internet di contro poi ha fatto chiudere molte realtà..


Si, poi in un secondo momento il rovescio della medaglia è stato questo: chiaramente con la diffusione sempre più massiva di internet quel tipo di informazioni, recensioni, le guide, eccetera, si trovavano su internet più fresche, con aggiornamenti più frequenti e gratis soprattutto, e questo si è mangiato un pò alla volta il mercato delle riviste di videogiochi. Però è anche l’evoluzione del mezzo: alla fine i contenuti sono gli stessi, si è evoluto il mezzo attraverso cui vengono proposti, oggi sono i siti di videogiochi anzichè le riviste di videogiochi, che sono rimaste ormai molto poche, però sostanzialmente poi i contenuti quelli.


- Ma il primo videogioco a cui hai giocato?

Me lo ricordo perché ho scritto un post sul blog anni fa, è stato credo Phoenix in un bar al mare, perché, per i più vecchietti come noi, prima dell’avvento delle sale giochi c’erano i bar e le pizzerie che avevano i cassoni, all’esterno d’estate, oppure all’interno d’inverno..

- 50 lire ?

No, erano già 100! Però soprattutto andavano forti i punti telefonici, al mare, c’erano le cabine del telefono e c’erano i videogiochi, quindi c’era questa popolazione mista formata da settantenni che telefonavano a casa, gente che fumava e gente che smadonnava per seguire i cassoni.. E il primo a cui ho giocato credo sia stato Phoenix, che era uno sparatutto, alla Space Invaders..

- E il primo fumetto invece? Topolino?

Credo sicuramente qualche fumetto western che mio padre portava a casa. Ho iniziato a sfogliare i fumetti, a consumarli, ancora prima di leggere. Mi leggevo Topolino, non sapevo leggere, quando non trovavo qualcuno che me lo leggesse in casa mi inventavo le storie, cioè mi immaginavo cosa si potessero dire in quelle nuvolette piene di quel linguaggio strano che non capivo ancora, non sapendo leggere. Però sicuramente il western, e sin da piccolissimo fumetti di supereroi, mi facevo comprare le buste sorpresa perché all’interno c’erano i vecchi numeri dell’Uomo Ragno Gigante, I Fantastici 4 Gigante, Thor e i Vendicatori, perché adoravo le storie dei supereroi. Quindi le leggevo in differita di diversi anni.

- Quelli che avevano colpito anche Leo Ortolani..

Esatto, i Fantastici 4 formato Gigante!

- Da cui Rat-Man Gigante.. Progetti futuri?

Progetti futuri: tante cose, di un paio non posso parlare. C’è un fumetto che è in cantiere a cui tengo molto spero possa vedere la luce molto presto, c’è Radium l’etichetta digitale anche mia che proporrà altre novità, insomma cose nel pentolone tante, speriamo di arrivare a fine cottura.

 
- In pratica avete questa etichetta digitale e proponete i fumetti con il meccanismo del crowdfunding..

Proponiamo dei fumetti, con il meccanismo del crowdfunding li produciamo e poi vengono stampati da Saldapress. Abbiamo fatto finora quattro volumi di tre fumetti diversi, perchè di Quebrada ne abbiamo fatti due, e adesso il prossimo: partirà fra pochi giorni una campagna di un fumetto scritto da Casty, che è un autore Disney, disegnato da Ryan Lovelock, che non è un nome d’arte di un porno-divo come potrebbe sembrare, ma è un disegnatore di fumetti super-ingamba. Penso che nel corso della prossima settimana finalmente potremo lanciare la campagna. E’ una bomba, è davvero una bomba! Non vedo l’ora che esca, lo sto dicendo da un pò, però ci stiamo lavorando e ormai ci siamo.

- Avete vinto anche dei premi, vero?

Rim City, che è quello che ho scritto io, ha vinto un premo l’anno scorso al Romics, abbiamo avuto altre nomination, tipo al Boscarato per la colorazione di un altro volume. Siamo negli inizi proprio, il feedback è buono, i lettori in media son contenti..

- Come ti è venuta l’idea anche di produrre i fumetti?

E’ venuta perché in realtà con Matteo Casali, che è mio partner e complice in questa impresa, stavamo discutendo da anni l’idea di fare delle nuove storie di Quebrada, perché io sono un appassionato di questo fumetto che esisteva già da diversi anni che lui aveva lanciato con una sua produzione indipendente molti anni fa assieme a Giuseppe Camuncoli e tanti altri artisti. Quindi l’idea era di fare nuove storie di Quebrada, poi siamo partiti da lì e l’idea si è allargata poi a produrre fumetti scritti inizialmente da noi e adesso aperti alla collaborazione anche con autori importanti come Casty, come Joe R. Lansdale che è un romanziere americano molto famoso, come Wu Ming, collettivo di autori di romanzi, insomma abbiamo in cantiere grandi belle cose anche con nomi internazionali importanti. L’obbiettivo rimane sempre lo stesso: di base, di fare dei fumetti che costino il meno possibile per i lettori, però abbiano un compenso professionale per tutti quelli che partecipano, che è una cosa che il crowdfunding ti permette di fare. Se il progetto lo presenti bene, il progetto va in porto, si crea un circolo virtuoso.

 Grazie ad Alessandro per l'intervista!

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venerdì 5 maggio 2017

Le nerd interviste: 25) Simona Gabrieli

Stasera per le nerd interviste continuiamo con quelle raccolte al Be Comics con la responsabile dell'associazione Alifbata, che si occupa di diffondere i fumetti del mondo arabo: Simona Gabrieli!

FP: Ciao Simona e grazie per questa intervista, vuoi dirci come hai iniziato?

Io sono da 10 anni a Marsiglia, nel 2012 ho creato questa associazione e dal 2014 abbiamo creato questo progetto editoriale per far conoscere i fumettisti arabi in traduzione francese.

MV: Solo in francese per ora?

Si, perché siamo in Francia, quindi il pubblico è francese. Però nel 2015 ho tradotto e pubblicato Lena Merhej, che è un’autrice libanese, che ha scritto questa graphic novel “LABAN ET CONFITURE - OU COMMENT MA MÈRE EST DEVENUE LIBANAISE” , cioè “come mia madre è diventata libanese”, racconta un pò il percorso della madre che è tedesca, un medico che si è installato a Beirut negli anni ’60. Lena è di padre libanese e di madre tedesca, quindi lei rintraccia il percorso della madre, ponendosi tante questioni legate alla inter-cultura, come la madre si è integrata in Libano, tutti gli escamotage che ha trovato per riuscire a nascondersi nella massa. In Libano ci sono stati 10 anni di guerra civile, e quindi tutta la guerra..

MV: Penso che una tedesca spiccasse in Libano..


Si poi era una donna, era medico, quindi lavorava negli ospedali, ha fondato degli asili nido, ha fondato una scuola Steiner in Libano..
E quindi lei ha approfondito tutte queste questioni nel suo romanzo, e Lena fa parte dei membri fondatori di “Samandal” (Samandal significa la salamandra in arabo), che è un collettivo che è nato nel 2007 a Beirut, con la voglia di creare una dinamica nella pubblicazione di fumetti perché non c’era nulla all’epoca, non c’erano case editrici che pubblicavano autori di fumetti adulti, perché nel mondo arabo il fumetto è sempre stato una letteratura per bambini, quindi non c’era veramente nulla..



FP: Il fumetto era anche vietato ?

No, non vietato, però proprio non c’erano autori. Negli anni 80 in Libano c’è stato un autore che ha un pò rivoluzionato la cosa perché ha iniziato a pubblicare fumetti per adulti, ha creato un workshop, quindi era un collettivo..

FP: Anche in Italia tanti vedono il fumetto come solo una cosa per bambini

Nel mondo arabo il fumetto lo mettono subito con la letteratura per bambini, disegno uguale bambini!

FP: Anche qui sono pochi anni che nelle librerie puoi trovare il settore con le graphic novel, ma non volevo cambiare discorso, scusa se ti abbiamo interrotto!

No no, assolutamente!
Nel mondo arabo c’è un fermento che inizia nel 2011, più o meno, è veramente recente!
Salamandal sono fra i pionieri del fumetto per adulti. Nel 2007 quindi hanno lanciato questa rivista, facendo appello ad autori del mondo arabo con questa voglia di creare fumetti di qualità.

MV: Quindi si danno un tema, in questa rivista pubblicano più storie?

Dal 2007 al 2014 non c’erano nemmeno temi. La voglia era veramente quella di pubblicare: “Autoproduciamoci, creiamo la dinamica!”, quindi tutti i contributi che gli arrivavano loro li pubblicavano, in un formato più piccolo e che usciva ogni tre mesi. E dal 2014 hanno cambiato politica editoriale, c’è un membro del collettivo che prende in mano la direzione artistica, sceglie una tematica e invita gli autori a lavorare su questa tematica!

FP: Ma il verso di lettura dei fumetti arabi è come quello dei manga giapponesi?

E si perché l’arabo si scrive da destra a sinistra!
Però una specificità di questa rivista è che sin dall’inizio hanno voluto dare questa apertura: ci sono tre lingue (in Libano tutti sono trilingue, parlano inglese, francese e arabo), e gli autori scelgono la lingua in cui scrivere, e il concetto che hanno inventato se volete è di mantenere il senso di creazione, quindi i libri si girano, nel senso che quando si passa dalla lingua araba alla lingua latina si deve girare il libro, per continuare a leggere nel senso di scrittura. E questi sin dall’inizio hanno avuto questo concetto che è un pò una loro specificità.

FP: Vuol dire avere una mentalità molto elastica!


Si, perché parlare tre lingue è un’apertura mentale incredibile!

MV: Perché devi leggere prima da destra a sinistra, poi da sinistra a destra, ti insegna a pensare in tanti modi!



Infatti adesso nel 2016 abbiamo quindi pubblicato questa ultima antologia che è una raccolta di storie di 26 autori sul tema della sessualità. “Giovani, sessualità e poesia” era il tema che abbiamo lanciato, abbiamo fatto un grosso progetto durato tutto l’anno a Beirut, abbiamo organizzato un convegno universitario sul tema “Fumetto e censura”, abbiamo organizzato una residenza di artisti a Marsiglia in estate, per poterci confrontare giustamente su questo tema e anche sui contesti dei vari paesi. C’era un’autrice marocchina, una egiziana, una tunisina e due libanesi, proprio per vedere che impatto avrebbe potuto avere il tema nei loro paesi..

MV: Ci sono segni di apertura, o è ancora molto difficile parlare di queste cose..

Non si parla molto di sessualità, ed è la prima iniziativa, in fumetto, in cui si propone a degli autori di parlare specificatamente di questo tema. Adesso vedremo, il libro è uscito in dicembre quindi aspettiamo ancora a vedere le reazioni.

MV: Gli autori hanno avuto problemi ad esporsi? Perché sarà difficile in un contesto così chiuso..

Gli autori erano contenti di partecipare, e ci hanno più volte ringraziato di aver proposto tale progetto e di potersi esprimere sulle questioni. Dopo ogni autore si è appropriato del soggetto in maniera estremamente diversa, quindi abbiamo stili diversi, tematiche diverse che sono affrontate, sempre con una ricerca anche di trattare il soggetto giocando sul testo e sull’immagine in modo da non essere una provocazione pura, perché comunque lo scopo è quello che il libro possa circolare.

MV: Ma la sessualità non è solo provocazione.

No per niente. Assolutamente, assolutamente. Quindi parliamo di cose che interessano i giovani, giustamente, e parliamone in modo che il tema possa veramente circolare.
E noi abbiamo inventato un concetto, abbiamo una copertina reversibile, in un verso è copertina araba, quindi si inizia a leggere il testo da destra verso sinistra, l’editoriale che è fatto in forma di fumetto, in cui Lena (che è la direttrice artistica di questa pubblicazione) ha scritto il perché ritiene necessario parlare di sessualità in Libano e più in generale nel mondo arabo. L’editoriale è stato fatto anche questo a specchio verticale,per cui il lettore arabofono legge l’editoriale in arabo, però il lettore francofono può aprire il libro in questo modo (Simona gira il libro ndr) quindi lo legge da sinistra a destra e si legge anche l’editoriale da sinistra a destra.

MV: Sembra quasi una stampa di Escher fatta in fumetto!


E poi abbiamo fatto anche la pagina dove ci sono le biografie e gli indici degli autori sempre a specchio. Si comincia il libro, che poi abbiamo tutto tradotto, quindi il libro è trilingue, francese arabo ed inglese, alla fine dei fumetti ci sono le traduzioni , ci sono autori del mondo arabo ma non solo, c’è Paola Bulling che è una tedesca, c’è Jennifer Camper che è americana, si sono degli autori francesi che hanno partecipato, un’autrice spagnola, quindi dalle lingue latine così, dopo le traduzioni, si passa ad una pagina che chiamiamo “pagina flippy” in cui si indica che bisogna girare il libro!

MV: C’è il senso di rotazione!

E poi si ricomincia con l’arabo, che si legge da destra a sinistra, e quindi si continua il fumetto!
E’ un pò un libro oggetto, che si deve manipolare. Io una cosa a cui tengo molto è il mettere il lettore di fronte al fatto che il senso di scrittura e di lettura è una convenzione, e che le convenzioni cambiano, ce ne sono tante e differenti. Vedremo se questo potrà stimolare il lettore oppure magari se è troppo complicato.. Vedremo se il lettore è pigro o meno!

MV: Personalmente invece mi incuriosirebbe moltissimo, mi stimolerebbe molto!

Infatti fino ad ora a tutti i festival che abbiamo partecipato, Angouleme, abbiamo avuto una buona risposta.

MV: Una meraviglia! E’ che inglese poco, francese zero..

Infatti l’idea sarebbe di coinvolgere degli editori italiani interessati e vedere se si può..

MV: Questa forse è la cosa più nuova che vedo a questo festival!

Non so poi se si conosce il fumetto, già in Francia il fumetto arabo non è conosciuto, in Italia penso neanche..

MV: Grazie, è stato un viaggio nel fumetto arabo veramente interessante!

Samandal è veramente il pionere nel 2007, poi dopo dal 2011 ci sono vari collettivi che sono nati.
Al Cairo c’è Tok Tok (Tok Tok è il risciò cairota, prende il nome da questo oggetto molto presente al Cairo),anche loro pubblicano a livello trimestrale ed esistono dal 2011.
Poi dal 2013 un altro collettivo si è creato a Tunisi, si chiama Lab 619 (619 sono le tre cifre del codice a barre dei prodotti tunisini) e anche loro pubblicano..
Tok Tok utilizza il dialetto cairota, proprio lo slang del Cairo, mentre invece in Lab 619 (la Tunisia è un altro paese bilingue) ci sono contributi in arabo e contributi in francese, e anche loro hanno optato per questa cosa del libro che si gira, della rotazione.

MV: Sono proprio stampati a Beirut!

Sono proprio stampati a Beirut, tranne quest’ultimo che l’abbiamo stampato in Francia, e anche qui a Padova!

FP: Noi abbiamo memoria di Beirut negli anni ’80 con la guerra, ora la situazione è normale?

E’ passato si, ma se è sempre un equilibrio molto fragile e molto instabile, però Beirut è sempre stato un grande centro dell’editoria araba, e quindi c’è una tradizione di stampa molto forte.

FP: Immagino sia un grande crocevia di culture..


Di culture, ci sono tante comunità religiose, quindi una grande apertura… La maggior parte dei libanesi vivono all’estero, quindi ci sono veramente dei legami internazionali molto forti, quindi un paese molto aperto, una tradizione di stampa molto forte e una qualità di stampa che non si trova sempre nei paesi arabi.

MV: Già solo le copertina sono molto belle, molto vicine al mondo artistico!

Sono tutti artisti, che si sono poi dati anche al fumetto, però che vengono da altre situazioni. E tanti sono grafici, designer..

MV: Avevano voglia magari di esprirmersi..

Avevano voglia di raccontare storie! E hanno una marea di storie da raccontare. E quindi il fumetto è utilizzare l’immagine per raccontare storie.

Grazie a Simona Gabrieli per l'intervista e ricordo il sito della sua associazione: http://alifbata.fr/ 

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venerdì 28 aprile 2017

Le nerd interviste: 24) Sarah Andersen


Questa settimana per le nerd interviste siamo diventati internazionali con la grandissima e famosissima fumettista newyorchese Sarah Andersen!
Antefatto: Sarah Andersen si trovava in Italia per il tour promozionale per il suo ultimo libro, il 26 aprile faceva tappa alla Libreria Zabarella a Padova dove mi sono recato anch'io per strappare uno sketch e un autografo ma grazie all'intercessione del sempre gentile Claudio Calia sono riuscito anche a fargli qualche domanda veloce!

- FP: Ciao Sarah e piacere di conoscerti!

Ciao e piacere, come si chiama il tuo blog?

- FP:  "Cent'anni di Nerditudine" (Gli è stato tradotto correttamente come "One hundred years of Nerditude" ndr)

E' un bel nome! (Sarah ride ndr)

- FP:  Come hai iniziato?

Ho sempre fatto fumetti, ma in realtà ho iniziato a mettere alcune mie cose online nel 2011.

- FP: Cosa si prova a diventare così famosi in tutto il mondo?

E’ ok perché è solo un personaggio, non sono io. E’ solo il mio lavoro, quindi sono tranquilla!


- MV: Ma tu hai un gatto? più di uno?

La storia del gatto che c’è sull’ultimo libro è vera, quindi si!

- MV: Noi abbiamo 4 gatti!


(sarah ride ndr)

- FP: Quali sono i tuoi progetti futuri?


Sono in attesa di iniziare a lavorare al mio terzo libro, e sto facendo un fumetto che si chiama “Chesire Crossing”, che sarà scritto da qualcun altro. Lo inserirò nel mio sito.

- FP: Come ti è sembrata Venezia?


La amo!

- FP: Era la prima volta che la visitavi?

No no, c’ero già stata, ma mi piace sempre!

- FP: E qui a Padova eri già stata?


Si, nella stessa libreria!

Grazie ancora a Sarah per l'intervista,a Claudio Calia, alla Libreria Zabarella di Padova, al "traduttore" Emiliano Bon e a tutti quelli che l'hanno resa possibile!

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